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Lo sguardo libero
Dall'immigrazione a Saviano, così Salvini raccoglie più consensi di Di Maio

E’ inevitabile che dal Governo giallo-verde, in quanto del cambiamento, ossia foriero di novità radicali, possano aumentare i consensi tra gli italiani. In questo senso il più fortunato tra i due vice-premier, Matteo Salvini (Lega) e Luigi Di Maio (M5S), è il primo perché sta cercando di gestite un tema enorme del programma: l’immigrazione economica e/o clandestina, un problema cui gli italiani sono sensibilissimi (italiani che finalmente, comunque la si pensi, sono stupefatti dal fatto che le cose possano cambiare e che non è detto che l’Italia eternamente debba per forza accogliere e tenere in casa centinaia di miglia di migranti).

Fortuna intrinseca al ruolo quella del ministro dell’Interno, incarico naturale per Matteo Salvini. Rispetto a Di Maio, Salvini potrebbe avere altri meriti: la capacità di puntare all’obiettivo maggiore e scegliere provvedimenti simbolici che siano davvero tali.

Per intenderci, Salvini, una volta insediato al Viminale, si è subito dedicato all’obiettivo maggiore: non ha fatto attraccare la nave Aquarius in Italia e chiede che sia negoziata la decisone del vertice europeo sui migranti, previsto per domenica a Bruxelles,  minacciando il veto o persino che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non partecipi. Dall’altra parte la scelta simbolica: fare valutare agli esperti del ministero dell’Interno se  lo scrittore  Roberto Saviano debba ancora usufruire della scorta, scelta dal fortissimo valore simbolico, ma di facile e semplice risoluzione.

Dall’altra parte Di Maio, quale titolare del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) rimanda la decisione sull’Ilva (“Mi si chiede di risolvere in 15 giorni una questione rinviata per sei anni”). Certo il caso è spinoso: scegliere tra l’ambiente (chiusura dello stabilimento) e il lavoro di 12.000 persone. Dall’altra parte la scelta di dare regole al comparto dei rider (le persone che in bicicletta consegnano  cibo nelle città): 10.000 in tutta Italia. Un settore importante, ma, per intenderci, il Trump che riapre le acciaierie americane e pone dazi per far lavorare gli americani, avrebbe considerato il dossier rider secondario. Non meno importante sul piano simbolico la decisione di Di Maio di mettere mano al decreto legge del 2011 di Mario Monti che consente l’apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi, impendendo così – secondo Di Maio - ai genitori di stare coi figli e rovinando le famiglie (decisivi regolamentazione e un maggior controllo dei turni). Due dossier – rider e aperture festive delle attività commerciali – per metà simbolici e per metà per così dire di peso, di difficile e impegnativa risoluzione, che sottraggono energie (al MISE Di Maio avrebbe ereditato oltre 160 vertenze con oltre 180.000 posti di lavoro a rischio). Si pensi, nel caso di Salvini, alla netta distinzione (marco/micro) tra questione migranti e caso Saviano. Come in ogni attività umana/economica: senso delle proporzioni, pragmatismo e andare diretti all’obiettivo.

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