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Lo sguardo libero
Dalla Rai ai rom, i censimenti di Di Maio e Salvini non valgono il cambiamento

Il leader della Lega e vice-premier Matteo Salvini pone il tema del censimento dei rom (iniziativa che sembrerebbe rientrata in quanto non prioritaria). Luigi Di Maio, l’altro vice-premier e leader del M5S, lo farebbe nella pubblica amministrazione e nella Rai.

Il razzismo è la presunta superiorità ideologica che spinge a odiare e a discriminare gli altri. Oggettivamente nella proposta di Salvini non ci sono tracce di odio o di volontà discriminatoria. Al massimo c’è la determinazione – come già fecero anche alcune città amministrate dalla sinistra – di far rispettare i diritti in democrazia in cui l’individuo per essere responsabile deve come minimo esistere ossia essere censito. Certamente, altro è come la gente (il popolo laddove ignorante e come tale tecnicamente privo di intelletto nel senso strettamente culturale del termine) ragiona in modo, semplice, istintivo, incapace di cogliere le sfumature. Di qui il tatto necessario nel presentare temi spinosi.

Dall’altra parte Di Maio indica, utilizzando la tecnica comunicativa della distrazione, un altro censimento, quello della PA e della Rai. Obiettivo: individuare i raccomandati e favorire il merito. Tendenzialmente, per lo meno all’inizio della sua comparsa sulla scena politica, il M5S aveva un certo atteggiamento paranoico nei confronti del giornalismo: da un lato ne criticava il potere non libero da interessi non solo economici, dall’altro ne sminuiva il valore professionale nonostante il giornalismo sia regolato da leggi dello Stato italiano. Come si giudica il merito di un giornalista? E non sembra bizzarro il fatto che sia il giornalista che il politico possano entrambi essere non laureati? Vogliamo giudicare curriculum, merito, professionalità di un politico?

Intanto, dopo l’alzata di voce dell’Italia che non ha accolto la nave Aquarius carica di migranti in Italia dirottandola a Valencia (con tanto di immigranti che inneggiavano alla Spagna… come dire: sputiamo subito nel piatto italiano in cui centinaia di migliaia di noi continuano a mangiare… ma il tatto si sa è cosa rara e si immagini quanto ce ne sia tra i migranti dell’Africa – mentre tanti italiani sono rimasti meravigliati dopo anni di rassegnazione e pensano: “Ma allora qualcosa si può fare? Il destino dell’Italia non è quello di ospitare in eterno centinaia di migliaia di migranti che arrivano senza casa e lavoro?”), la cosa più importante, ossia cambiare la politica dell’Ue sull’accoglimento dei migranti, sembra passare in secondo piano alla vigilia di importanti incontri con Francia, Germania e Spagna.

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