Decreto Dignità, così il Governo manifesta la propria incoscienza illiberale
Il provvedimento fa intravedere un Esecutivo pragmatico-nazionalista-populista
Il Decreto Legge emanato dal Governo (“Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese”), presentato alla stampa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro dello Sviluppo economico nonché vice-premier e leader del M5S Luigi Di Maio, quanto rappresenta l’aspetto liberale di questo Governo? Ossia… ciò se è vero che a determinare la dignità dei cittadini sia la loro libertà e che essa a sua volta è indotta dalla ricchezza dell’economia, resa possibile anche dalla libertà e dal rischio imprenditoriale.
Le norme più stringenti sul lavoro contenute nel cosiddetto Decreto Dignità sembrano illiberali. Per chi scrive, fatta salva l’ovvia onorabilità del lavoro e dei lavoratori, dal cittadino qualunque al Presidente della Repubblica i contratti a tempo indeterminato andrebbero quasi (per assurdo) aboliti: limitano l’ iniziativa e il merito sia del singolo che dell’impresa e alla fine – oggi - riducono di fatto le assunzioni da parte delle aziende (tutte le principali organizzazioni del mondo economico-imprenditoriale, a partire da Confindustria, parlano sostanzialmente di un passo indietro). Illiberale pare anche il divieto della pubblicità del gioco d’azzardo per contrastare la ludopatia: gli individui sono responsabili delle proprie azioni. Più liberali le norme sulla semplificazione fiscale (sempre che si tratterà di vera semplificazione nei fatti) e per così dire liberal-trumpiane quelle che prevedono sanzioni per le aziende che prima prendono soldi dallo Stato e poi delocalizzano. Il giro di vite sull’immigrazione illegale dai Paesi africani (che è altro da questo decreto), portato avanti dall’altro vice-premier, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, rientra anch’esso in questa ultima categoria. “Prima – dice Salvini - gli italiani”; “Make America great again”, sostiene il presidente Donald Trump, ossia… anche tenere il lavoro in Usa e fare lavorare gli americani.
Tutto sommato, essendo non tutti liberali i punti del Decreto Dignità, e non essendo esplicitati come tali quelli che lo sono, alla fine tale provvedimento, insieme a quanto dichiarato e promesso finora in particolare da Di Maio e Salvini, sembra fare intravedere un Governo pragmatico-nazionalista-populista (col solo ultimo dei tre termini negativo a parere di chi scrive).
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