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Politicamente scorretto
I virus influenzali ringraziano la pubblicità dei medicinali
E' costante il dibattito riguardo al miglior utilizzo delle risorse nel settore sanitario, dove la spesa ammonta a circa 114 miliardi (così nell'anno 2017) con una costante crescita. Implementazione degli esami strumentali e di laboratorio, con una "stretta" su determinati screening costosi, ma vitali per prevenire e curare patologie gravi.
Da qualche anno, molti cittadini (circa 20 milioni nel 2017, secondo i dati Istat e Censis) sono in difficoltà a gestire i problemi legati alla salute, per il loro stato di indigenza.
Si richiede a gran voce una profonda e radicale riforma del comparto sanitario.
Il Governo giallo-rosso ha preannunciato l'eliminazione del super ticket, e la rimodulazione dei ticket in base alla fasce di reddito. Una riforma che andrebbe a riguardare anche le detrazioni delle spese sanitarie nelle dichiarazioni dei redditi.
E' iniziata la fase di informazione e sensibilizzazione della campagna vaccinale antinfluenzale corredata dai soliti, ma sempre utili consigli per evitare il diffondersi dei virus e difendere la salute dei cittadini più cagionevoli (anziani, bambini, immunodepressi).
Progetti, iniziative, campagne informative, previsioni di risparmio della spesa pubblica, senza, però, intervenire con semplici accorgimenti per diminuire il numero dei malati colpiti da virus e batteri.  
Periodo autunno-invernale, consueto battage pubblicitario dei farmaci di libera vendita per alleviare i sintomi delle patologie stagionali causate da centinaia di virus influenzali e para-influenzali che costringono (almeno così dovrebbe essere) a rimanere a riposo milioni di persone.
Tutti gli spot televisivi e della carta stampata dei farmaci antipiretici, antinfiammatori, promettono la completa e totale scomparsa dei sintomi provocati dalla comune patologia invernale(dolori muscolari, febbre, vie respiratorie ostruite, tosse, ecc.) in pochi minuti, garantendone, inoltre, la ricomparsa solo dopo parecchie ore.
Veri e propri "medicamenti portentosi" (così enuncia la pubblicità) che ci permettono di eliminare i fastidi che mettono knock-out e rendono le giornate e le notti un supplizio.
Dell'efficacia riguardo l'eliminazione dei sintomi di queste medicine nulla quaestio; del resto vengono definiti proprio farmaci "sintomatici".
Nonostante la "storia secolare" di questi prodotti, ogni anno compaiono sugli scaffali delle farmacie confezioni con grafiche sempre nuove; denominazioni diverse a seconda delle aziende farmaceutiche produttrici, che introducono nuovi eccipienti e nuovi componenti secondari, rimanendo inalterati , tuttavia, i principi attivi principale la grammatura, sempre identici da oltre un secolo.
Del resto il paracetamolo, l'acetilsalicilico, l'ibuprofene sono molecole con una storia secolare (ibuprofene scoperto,"solo" 50 anni fa) i cui benefici e gli importanti effetti collaterali sono noti a tutti.
Vero è che la pubblicità è da sempre considerata l'anima del commercio, tuttavia il messaggio che viene trasmesso dagli spot di questi farmaci è in parte fuorviante per alcuni aspetti ed è mancante totalmente nel contesto del senso civico.
Essendo prodotti sintomatici la loro funzione (come spiega l'etimologia della parola) è solo quella di far diminuire i sintomi provocati dai virus e dare un maggior benessere alla persona ammalata. 
Come tutti sanno questi farmaci non sono curativi e la potenzialità infettiva dei virus rimane inalterata, così come le potenziali complicanze che possono provocare; in primis le infezioni batteriche delle basse vie respiratorie (bronchiti, polmoniti, ecc.) oltre ad altre patologie, soprattutto in soggetti con difese immunitarie basse, in pazienti portatori di altre patologie croniche o gravi, oppure in persone anziane.
Il messaggio su cui verte e si basa il battage pubblicitario di questo tipo di farmaci vuole generare la convinzione alla persona colpita dal bacillo che assumendo la dose consigliata di medicina, si possa riprendere la "normale" vita quotidiana senza dover disdire o perdere gli impegni lavorativi, le "importanti e fondamentali" attività ludiche, sportive del prezioso tempo libero, riacquistando una forma fisica "normale", anzi migliore di sempre.
La convalescenza tipica di questo genere di malattie stagionali che qualunque medico prescriveva fin dalla notte dei tempi e che prescrive ancora oggi nella nostra era digitalizzata (qualche giorno di riposo a casa), non è più un "lusso" o, meglio, uno stile di comportamento consono con la linea di condotta moderna; è assolutamente demodè, da sfigati.
Risultato: centinaia di migliaia di persone che nonostante i suddetti consigli (vani) dei medici, dopo aver assunto le dose prescritte dai foglietti illustrativi delle medicine antipiretiche, antinfiammatorie, antidolorifiche si recano sul luogo di lavoro, frequentano i locali della movida, le palestre, i centri ricreativi, partecipano alle irrinunciabili gite fuoriporta, assistono agli imperdibili spettacoli teatrali o cinematografici.
E così questi "untori" del XXI secolo non solo mettono a repentaglio il loro stato di salute (perchè un'influenza, non curata adeguatamente rimanendo all'interno delle mura domestiche, può causare serie complicazioni), ma, logicamente, diffondono i virus a centinaia di altre persone con cui vengono a contattato.
Secondo le più recenti ricerche mediche scientifiche, i virus influenzali e parainfluenzali hanno una diffusione elevatissima (sono altamente infettivi).
I bacilli contenuti nella saliva e nel muco della persona ammalata si propagano con il respiro tramite goccioline aerosolizzate, con gli starnuti, con i colpi di tosse e, quindi, facilmente inalabili. 
Questi aerosol rimango attivi nell'aria di una luogo chiuso per ore e addirittura per quasi due giorni quando si depositano sugli oggetti (in un metrocubo di aria "infetta" si possono trovare anche 16 mila particelle di virus influenzale).
Ecco spiegato il motivo per il quale milioni di persone sono preda di queste patologie ogni anno.
Basterebbe un maggiore "senso civico" e una maggior senso di responsabilità e le epidemie annuali potrebbero essere meno frequenti e meno aggressive.
Certamente non si può costringere le persone ammalate ad indossare una mascherina protettiva come accade in Giappone (del resto si conosce l'alto senso civico che contraddistingue gli abitanti del Paese del Sol Levante), ma una certa accortezza sarebbe quanto meno auspicabile.
Anche perchè quando si è in preda ad un attacco influenzale o un raffreddore la produttività sui luoghi di lavoro è alquanto limitata.
Secondo uno studio dell'università del Michigan la produttività diminuisce di oltre tre volte rispetto al normale, oltre a creare un disagio nei colleghi, con, in più, un "catena" di nuovi ammalati i cui danni sono evidenti.
Del resto anche le pubblicità dei farmaci sintomatici per i mali "stagionali" rispecchiano fedelmente il dettame assoluto della società moderna.
Ogni persona deve essere sempre efficiente, sana, forte, aitante, gagliarda, attiva, che non può permettersi di perdere nemmeno un minuto del giorno e della notte e presenziare ovunque, comunque, tanto meno essere minato da uno stupido virus influenzale e para-influenzale.
Così i virus ringraziano per la facilità con cu si possono replicare, riprodursi, "vivere".
E poi ringraziano, ovviamente, le case farmaceutiche che vedono i loro introiti economici in costante aumento grazie soprattutto ai loro farmaci sintomatici che rimettono in sesto (apparentemente, e solo per poche ore) milioni di uomini e donne alle prese con influenza, raffreddore, laringiti, faringiti, con buona pace di coloro che di questi virus ne farebbero volentieri a meno.
 
 
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