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Prima serata
Antonio di Bella, Telegram e la “nave scuola” della Rai

Il tema della formazione, delle assunzioni, delle nuove generazioni e dello scouting dei talenti in Rai ha risentito negli anni dei dibattiti e delle polemiche che investono inevitabilmente le aziende pubbliche. Tali logiche non sempre consentono al management di fare scelte ispirate alla meritocrazia. Presto detto il motivo. Essendo la Tv di Stato un’azienda politica, essa riflette le tipiche caratteristiche e contraddizioni delle imprese pubbliche: da una parte teorizza attraverso protocolli di trasparenza che ‘vinca il migliore’; dall’altra subisce spesso il ricatto di un azionista che impone scelte tutt’altro che lineari e ispirate al merito. La percezione (non sempre a ragione) è che in questo tipo di realtà – al di là dei concorsi che comunque ci sono stati e hanno introdotto in Rai fior di giornalisti come Bruno Vespa e Angela Buttiglione per citarne solo alcuni – la selezione venga appaltata a logiche sganciate dalla normale e razionale economia di un’azienda. Non tutti sanno – sicuramente è il caso dei non addetti ai lavori – che esiste la scuola di giornalismo di Perugia, a lungo presieduta da Nino Rizzo Nervo, nella quale si sono fatte le ossa stelle come Giovanni Floris, Monica Maggioni, Antonio Preziosi, Gerardo Greco, Maria Soave e Alberto Matano, distintisi nel mucchio e fattisi apprezzare da una grande audience negli anni.

 

Ma nell’era cinetica dei social e del ‘tutto in diretta’, per favorire con più rapidità un ricambio delle risorse e la valorizzazione di nuovi talenti, può pagare altrettanto efficacemente la formazione ‘sul campo’. I programmi giornalistici (come un tempo accadeva con Mixer di Giovanni Minoli) diventano quindi spesso vere e proprie factory per farsi conoscere.

 

Di Bella 5
 

Telegram è fra queste. In onda tutti i giorni alle 18.00 su Rai News24, è condotta da Antonio di Bella. Il direttore del canale all news della Rai (già alla guida di Rai Tre e del Tg Tre, che il pubblico massmarket cominciò a conoscere per le sue puntuali e pulite corrispondenze dagli Usa nei primi anni novanta), sperimenta in una fascia molto esposta un format nuovo: un ibrido fra ‘vecchia’ tv generalista e i nuovi linguaggi tecnologici. 

 

Definirlo programma forse non è esatto. Perché il direttore, che lo conduce dal lunedì al venerdì, si guarda bene dall’interrompere la vivacità e l’immediatezza che caratterizzano lo stile di una all news. Ma, in qualche modo, attraverso questa pausa di riflessione quotidiana, viene offerto all’utente un cambio di passo nell’assorbimento del frenetico flusso narrativo; i cui ritmi a volte possono indurre i telespettatori a una ricezione passiva delle notizie. Di Bella obbliga chi è a casa a interloquire criticamente con i fatti del giorno, a non sedersi e incamerare qualsiasi cosa accada per partito preso, che si tratti della tragica vicenda del piccolo Alfie piuttosto che della cattura di un presunto terrorista del Gambia.

Telegram è, stilisticamente, molte cose insieme. Il direttore fa il punto sulle notizie del giorno senza trascurare meritoriamente la politica internazionale (spesso marginalizzata da altri tg, e in questo senso consolida in pieno lo sforzo produttivo patrocinato da Monica Maggioni, ora presidente e già direttore di Rai News24). Non mancano naturalmente gli ospiti in studio – dove però sono banditi i politici – e si privilegia la qualità scegliendo interlocutori come Gianni Riotta, Antonio Ferrari, Alan Friedman, fino a Gabriele del Grande, il reporter arrestato in Turchia mentre indagava sulla Siria. 

 

Telegram è tg ed editoriale in un colpo solo. Anche sul piano tecnologico presenta qualche novità: in una Rai non proprio all’avanguardia nella declinazione delle potenzialità comunicative dei social network, Di Bella si è inventato una preview della striscia che scalda i temi della giornata tramite diretta Facebook. Mi spiego: mentre il programma in chiaro, pur mantenendo un’impronta informale, rappresenta il racconto ufficiale delle notizie, la diretta web che lo precede funge da pretesto per sensibilizzare l’utente più, forse, sulla metodologia di scelta delle breaking news stesse, sottolineando il rigore che la caratterizza.

La diretta Facebook di Telegram funge anche da ‘nave scuola’ aziendale: il direttore anticipa i temi del programma in chiaro, ma lo fa interagendo anche coi giornalisti in redazione, sollecitando rapide analisi e commenti che spieghino a chi è a casa i retroscena di ciò che accade. Di Bella mette cosi alla prova la capacità di sintesi della sua redazione. Sfilano davanti alle telecamere del web master Cristiana Raffa volti come quello di Chiara Paduano, Francesca Piatanesi, Giuseppina Testoni, Carlotta Macerollo, Lorenzo di Las Plassas e Dario Marchetti valorizzati a seconda delle rispettive competenze. Insomma, una vera piccola Academy Rai.

 

Di Bella 1
 

RAI NEWS24, ASCOLTI IN CRESCITA GRAZIE AI LAUREATI

 

L’emittente all news della Rai nel 2018 (periodo Gennaio – 21 Aprile) totalizza un ascolto medio di 65.400 spettatori, pari al 0,48% di share. Rispetto al periodo omologo del 2017 si registra una crescita del 5% circa per gli ascolti dell’emittente. 

Se fino alla fine di febbraio il canale realizzava una media di circa 60mila spettatori, a marzo e aprile l’audience media mensile è di circa 71mila spettatori. 

In assoluto le fasce orarie in cui si registrano più spettatori per il canale sono quelle mattutine: tra le 7 e le 10 infatti l’audience media di Rai News24 è di circa 110 mila spettatori (share 2%); il picco durante la giornata si registra tra le 7 e le 8, con una media di quasi 119 mila spettatori e il 2,5% di share. 

Il pubblico del canale è sostanzialmente bilanciato tra uomini e donne (51%U, 49%D) con prevalenza di un pubblico maturo (81% ha più di 45 anni, 47% over 65). Il profilo è indirizzato verso classi socioeconomiche medio alte e titolo di studio alto: oltre il 17% dell’audience ha conseguito una laurea e il 54% è almeno diplomato. Allo stesso modo dei canali all news di Sky, riscuote meno interesse al Sud (mediamente 0,28% di share nelle regioni del Meridione vs 0,48% nazionale). L’area del Centro Italia che comprende Lazio, Umbria, Marche ed Emilia Romagna è quella dove si riscontrano più consensi, superando in media lo 0,6% di share. Lo rivela l’analisi a cura di Anthony Cardamone, a capo del dipartimento ricerche di Omnicom Media Group, in collaborazione con l’agenzia Klaus Davi & Company.

 

Spigolature

 

Ascolti in crescita per Stasera Italia, programma di Rete 4 (diretta da Sebastiano Lombardi) condotto da Giuseppe Brindisi e Veronica Gentili e curato da Marcello Vinonuovo, che sfida una portaerei come Otto e Mezzo su La7 nell’access prime time. Ieri la puntata dedicata alla situazione politica e al dialogo fra Pd e M5S ha totalizzato 872.000 spettatori con uno share del 3.83%. 

 

Altro ottimo risultato per Rete 4 è quello portato a casa da Gianluigi Nuzzi, conduttore di Quarto Grado, che nella serata di ieri ha radunato davanti al teleschermo 1.147.000 individui raggiungendo il 6,3% di gradimento. 

 

Su Rai Uno, con 808.000 telespettatori e il 9.4% di share, Tv7, lo speciale del Tg1 diretto da Andrea Montanari, non sfigura nonostante la serata difficile.

 

 

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