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Prima serata
Le pagelle di Klaus Davi al governo: Conte ha sangue freddo, Di Maio scaltro

Le pagelle di Klaus Davi al governo Conte bis


Sono appena partiti. Ma alcuni neo ministri li conosciamo bene per frequentazioni nei vari talk, iniziative e dibattiti pubblici, semplici interviste. Oggi Nando Pagnoncelli scrive che il 51% degli italiani è scettico su questo esecutivo. Azzardiamo le prime analisi con qualche, rischiosa, previsione su come andrà.

Premier Giuseppe Conte

Ha dimostrato sangue freddo, spregiudicatezza da vendere, cinismo, ma anche lucidità, aplomb e  - il che non ci fa male  - ha venduto una immagine positiva dell’Italia. Prima era ‘commissariato’ dal duo Salvini e di Maio, ora punta a fare il vero leader del Governo. Reggerà? L’uomo è scaltro, ma i rischi di farsi risucchiare dai latenti scontri fra i due partiti è altissimo.

Luciana Lamorgese ( Interni )

Occhio a sottovalutarla. Il suo operato a Milano è stato eccellente ed è riuscita a farsi apprezzare da forze dell’ordine, politici e molti magistrati. La Lamorgese sa di cosa parla (a differenza di qualche politico) e non offrirà il fianco troppo facilmente a chi volesse inchiodarla a ruolo di ‘garante’ dei migranti. La sfida è stemperare la discussione sul tema immigrazione  (grazie anche ad accordi europei) e magari occuparsi delle vere emergenze (tipo criminalità organizzata al nord). E lei può sicuramente farcela, anche se non sarà una passeggiata.

Roberto Gualtieri  ( Economia )

Sconosciuto al mass market,  ma apprezzato dagli addetti ai lavori per competenza, solidità credibilità in Italia e all’estero.  Sembra che chi sia molto stimato a Bruxelles. Se questa ‘stima’ si tradurrà in ‘più soldi in tasca’ per gli italiani, avrà vinto. Se invece gli irritanti elogi dell’establishment non si tradurranno in una svolta nella gestione dell’economia, allora saremo alle solite.

Lorenzo Fioramonti  ( Istruzione)  

Si è preso una bella gatta da pelare. Dovrà gestire un settore chiave che però è ostaggio di cattiva gestione, presenza forte e rissosa dei sindacati, cronica  mancanza di risorse baronie (come lui ben sa) e massonerie. A suo discapito va detto che eredita molti dei disastri dei precedenti governi (tipo Renzi). Il rapporto col mondo PD sarà centrale, che in queste zone fa (o faceva?)  il bello e il cattivo tempo.

Stefano Patunelli (Sviluppo economico)  

È la parte più gustosa del piatto rapporti ‘imprese-stato’ e la più vendibile ai media. Ma non saranno sufficienti solo azioni di immagine e di vetrina. Con i chiari di luna che ci sono in economia, dovrà dare prova di forte presenza, puntando molto sul centro sud. Le deleghe sono pesanti (energia, politiche commerciali e industriali). Sarà assolutamente chiave il rapporto con Gualtieri e l’Europa. Fondamentale il capitolo degli incentivi alle imprese che, in passato, spesso sono andati agli amici degli amici….soprattutto romani. Ma il ragazzo ha stoffa e un’impronta pragmatica.

Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento)

Un ministero di cui nessuno capisce l’utilità. Ma si presume che lui lavorerà molto sulla questione dell’efficientamento  delle Camere e della riduzione dei  parlamentari. Allora potrebbe giocare una partita chiave,se ben comunicata.

Luigi  Di Maio (Esteri)

Il ragazzo è scaltro, determinato, testardo, da cretini darlo per  finito , e soprattutto  non ha  nessuna intenzione di mettersi da parte. Potrebbe sorprendere in questa nuova veste . La colata di snobismo che ha caratterizzato i commenti sulla  sua nomina,  lo aiuta.

Roberto Speranza (Sanità)

Raccoglie l’eredità di Giulia Grillo, una donna decisa  ma spesso troppo condizionata da una visione ideologica della sanità. Dalla sua, Speranza  ha un rapporto forte con il mondo sindacale, un’ottima conoscenza della questione mezzogiorno (e consequenziale ko della sanità) , e la voglia di giocarsi questa carta per tornare sulla scena . Sul piano mediatico non è fortissimo, ma questo potrebbe giocargli a favore.

Fabiana Dadone (Pubblica amministrazione)

In quota Casaleggio Associati. Ma non è detto che debba fare male per questo. Certo,  sarà molto dura identificare il proprio mandato   presso il grande pubblico dopo l’ingombrante presente della Bongiorno. Che, comunque, funziona molto meglio come avvocato…..che come ministro.

Alfonso Bonafede (Giustizia)

Ha fatto cose non da poco come la legge sulla prescrizione,  l’anti-corruzione.  Per il resto,  non si ha la sensazione che i tribunali funzionino meglio, i processi durino meno, e la gente sia più tutelata e garantita, soprattutto i poveri cristi. Il problema di questi ministeri che finiscono con l’essere solo un luogo di regolamenti di conti fra i vari poteri (magistrati, industriali, politici in primis)  e che del popolo non freghi nulla a nessuno.  …Vedremo se con lo spostamento dell’asse a sinistra cambierà qualcosa.

Dario Franceschini  (Cultura)

Ha peso e personalità ed è l’ispiratore riconosciuto di questo governo. Molti progetti del precedente mandato sono rimasti sulla carta (pensiamo alle famose case cantoniere e alla loro riconversione ) e il turismo sta attraversando i primi preoccupanti segni di crisi che necessitano di un impegno a tempo pieno mettendoci la propria faccia e non quella dei sottosegretari. Chi l’ha preceduto non ha brillato per creatività  e questo lo potrebbe aiutare, perchè di idee il ministro ferrarese ne ha. Intere zone del paese (come la Calabria e la Sicilia) sono per esempio  bellissime ma irraggiungibili. Il noto rapporto con le infrastrutture sarà centrale. Altrimenti, sul turismo si faranno solo le solite chiacchiere sul petrolio…..

Sergio Costa (Ambiente)

C’è poco da dire, è stato uno dei migliori ministri del precedente governo. Ha dimostrato di avere le ‘palle’ sfidando Salvini e la Lega e gode di ampio consenso. Le emergenze ambientali sono sempre dietro l’angolo – pensiamo al dissesto idrogeologico -  e potrebbero ‘travolgere’ chiunque  ma insomma il nerbo per affrontare le crisi e i problemi cronici del paese, c’è.

Nunzia Catalfo (Lavoro)

Una ‘icona’ del governo giallo verde che ha saputo portare avanti sul piano parlamentare  un provvedimento che in modo troppo superficiale la sinistra ha inizialmente  criticato : il reddito di cittadinanza . E’ evidente che gli M5S vogliono presidiare un terreno appannaggio ‘storico’ del PD in vista di possibili elezioni.

Giuseppe Provenzano (Sud)

Preparato, umile, con una prestigiosa laurea a Pisa e tanta voglia di fare. I presupposti per fare bene ci sono tutti e il sud ne ha veramente tanto bisogno.

Vincenzo Spadafora (Sport)

Il Gianni Letta dei grillini si è preso un ministero che conta parecchio e può orientare il consenso. Ma le marchette politiche e non solo sono dietro l’angolo come anche le trappole ‘antropologiche’  (tipo cene romane e rapporti ravvicinati con gente poco raccomandabile del generone capitolino). Se saprà resistervi, e giocare lo sport in un’ottica più mainstream e meno autoreferenziale, per lui il futuro potrà riservare molte sorprese.

Francesco Boccia   (Affari Regionali)

Competente, grintoso, trasversale, ambizioso. Negli anni è cresciuto parecchio e nel Pd ha spesso assunto posizioni non proprio di comodo. L’uomo giusto per far capire che un’autonomia che spacca un paese in due (già diviso peraltro), presenta parecchi rischi per tutti. Ma non sarà facile farlo digerire all’Italia del Nord.

Paola de Micheli (Infrastrutture)

Non simpaticissima in video, tende a fare lezioni. Ma compensa con la tipica determinazione di una padana che ama studiare i dossier e conoscere a fondo la materia di cui tratta. Non è vero che come commissaria ha fatto male, si è spesa e ci ha messo la faccia. La sfida è difficile, le lobby (anche vicine al suo partito) premono , ma la ragazza ha forza. L’uscita su Autostrade non ci voleva proprio , visto il prezzo pagato da genovesi e non solo dopo quello che è successo col ponte Morandi. Ma  avrà tempo per rifarsi.

Teresa Bellanova  (Agricoltura)

La campagna gliela hanno fatta gli haters insultandola. E lei dimostrando autoironia: ha spiegato a tutti che non è la Boldrini 2. Bravissima!

Paola Pisano (Innovazione)

Ne abbiamo tanto bisogno di innovazione e a Torino qualcosa hanno fatto. Un tema che interessa i media ma anche il paese reale. Una grande scommessa. Vedremo.

Elena Bonetti (Famiglia)

Un consiglio: investa sulle donne che in famiglia sono le più esposte e hanno bisogno di sostegno e non ricominci la tiritera dei gay. Piedi per terra ed andrà bene.
 

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