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Rocca sbrocca
Inps, l'iscrizione per il primo lavoro? Un vero e proprio percorso a ostacoli

 

Che il mercato del lavoro in Italia sia carente lo si avverte dalle tempistiche operative della burocrazia che ne pregiudica l’efficienza in ogni ambito, persino per gli stage formativi rivolti ai giovani.

Di fatto, uno studente che effettua uno stage o un tirocinio durante il suo percorso curricolare, deve effettuare la registrazione presso l’INPS e questa cosa è assurda perché se è uno studente e non ha un precedente lavorativo, potrebbe benissimo fare l’autocertificazione senza dover perdere tempo all’ ufficio dell’INPS.

Oggi la disoccupazione in Italia è un dramma per molti soprattutto per i giovani, quindi, per un neo-laureato o un neo-diplomato che decide di porre fine al suo percorso scolastico, diventa quasi d'obbligo l'iscrizione all'ufficio di collocamento. L'iscrizione presso uno di questi centri è comunque importante per dimostrare il proprio stato di disoccupazione.

Ma anche qui, per provvedere all'iscrizione, bisogna recarsi personalmente presso il centro dell'impiego di competenza del proprio comune di residenza. Mi chiedo, ma non si può digitalizzare o rendere più agevole questo passaggio?

C’è poi la “lotteria” del tanto ambito PIN dell’INPS, ossia il codice di identificazione personale previdenziale. Per quanto riguarda la richiesta del PIN deve essere effettuata personalmente, non è più possibile presentarla tramite delegato (che già era una scocciatura per chi non viveva a Roma e doveva fare mille peripezie per raggiungere la sede INPS nella Capitale). E anche qui mi domando: questo avviene per questioni di sicurezza? Quali sono i rischi? Possono rubare il codice previdenziale di un neo laureato? A che pro? Ma piuttosto, perché non si fa tutto tramite PEC ossia posta elettronica certificata? Mi piacerebbe avere delle risposte.

L’alternativa, secondo le indicazioni  è che si può richiedere il PIN tramite il sito INPS e qui si apre un altro capitolo di disagio: dopo aver inserito i dati identificativi, residenza, recapiti telefonici ed email, il sistema effettua un processo automatico di validazione, e attiva il PIN, inviando per posta elettronica o tramite SMS, ossia messaggino sul telefono, i primi otto caratteri e disponendo la spedizione di una lettera contenente i restanti otto caratteri all’indirizzo di residenza. Una soluzione da Medioevo digitale in quanto il problema è che nel frattempo passano settimane e a volte non arriva proprio questo codice che è invece necessario per iniziare a lavorare.

Il punto è che il PIN viene consegnato in due momenti diversi quindi bisogna aspettare ad oltranza con una gran perdita di tempo, senza contare che la procedura online non è il massimo dell’efficienza e spesso il sito si blocca per cui alla fine ti obbligano ad andarci fisicamente per forza.

Inoltre, se vi viene in mente di risolvere chiamando il centralino sappiate che il più delle volte la linea cascherà e ogni volta che richiamate ci sarà un telefonista diverso che senza risolvere il vostro caso, probabilmente scaricherà le problematiche di iscrizione al sito sulla tecnologia che non funziona, da sempre l’alibi di chi non vuole fare niente. 

Ma come si fa a risolvere questa enorme perdita di tempo? L’INPS potrebbe fare un accordo con Poste o un corriere per un servizio ad hoc che faccia arrivare entro 48 ore il rimanente codice di accesso, non dopo settimane. Con tutte le difficoltà che ci sono bisognerebbe stendere un tappeto rosso per chi si iscrive all’Inps. Insomma, i nuovi contribuenti dovrebbero essere facilitati e non diventare vittime di questo percorso ad ostacoli e, per giunta, solo per iscriversi.

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