Cronache

Il panettone di G.Cova&C. "adotta" le guglie del Duomo di Milano

 

Milano, (askanews) - Il Panettone, anzi il Panetùn, e il Duomo insieme: un sodalizio gastro-culturale celebra quest'anno due icone di Milano, il suo dolce tradizionale e il suo cuore storico, la cattedrale. A realizzarlo la pasticceria G.Cova&C. e la Veneranda fabbrica del Duomo che da 600 anni si prende cura del monumento milanese per eccellenza. Per il Natale 2016 infatti G.Cova&C. ha realizzato una collezione di panettoni e pandori dedicata al Duomo che promuove la campagna di raccolta fondi "Adotta una guglia, scolpisci il tuo nome nella storia"."Abbiamo fatto una collaborazione con la Veneranda fabbrica del Duomo e abbiamo adottato una guglia, abbiamo aiutato loro a ristrutturare il monumento per eccellenza della Milano di una volta e lo facciamo attraverso una donazione e soprattutto attraverso un libretto contenuto in ogni panettone dove raccontiamo la storia del Duomo"Andrea Muzzi, è l'amministratore delegato di G.Cova & C., che dal 1930 grazie alla passione di due pasticceri, Agostino Panigada e Giovanni Cova appunto, produce a Milano, panettoni e affini. A Muzzi la gestione dell'azienda artigianale dal 2010 dopo che un anno prima la sua famiglia, di origini umbre, ne aveva rilevato la proprietà. E' iniziato da lì un percorso aziendale che riprende il motto storico dell'azienda: rinnovare la tradizione, a partire proprio dalla difesa dell'artigianalità del prodotto:"Io mi ritengo un grandissimo artigiano e non un piccolo industriale: il nostro processo produttivo è esattamente speculare a quello del piccolo pasticcere sotto casa solo magari in grande ma abbiamo ancora il grande apporto dell'uomo e delle macchine di una volta".Muzzi, che nei laboratori milanesi produce ogni giorno circa 40mila chili di panettoni, ha un approccio laico a un prodotto italiano nella fattura ma che negli ingredienti prende il meglio dall'estero:"Il panettone è un po' internazionale: di italiano ha solo la frutta candita, lanostra solo siciliana, però poi sappiamo che l'uvetta viene dalla Turchia, che noi non siamo un produttore di farine di qualità. C'è un mix di internazionalità: prodotto secondo il disciplinare italiano ma parliamo di un prodotto internazionale dove molte materie prime provengono dall'estero".Ed è proprio l'estero che sta dando le maggiori soddisfazioni in termini di destagionalizzazione delle vendite:"In Italia si inizia ad anticipare i tempi, ci stiamo tentando ma qui siamo ancora ancorati alla ricorrenza. La Francia e l'Inghilterra sono per noi due Paesi dove destagionalizziamo molto bene questo prodotto sarebbe bello farlo anche in Italia".