Cronache

L'Istituto dei Sordi a rischio chiusura: ignorati da vent'anni

 

Roma, (askanews) - Fischi e tamburi contro la sordità, quella delle istituzioni. Di fronte a Montecitorio, i lavoratori dell'Istituto Statale dei Sordi, manifestano per chiedere i riconoscimenti che mancano loro dal 1997, da quando la legge Bassanini separò la scuola dall'Istituto lasciandogli solo le funzioni culturali. Fa parte dei cosiddetti istituti atipici, che dovrebbero servire il pubblico inquadrati da un regolamente specifico. Solo che per l'istituto di via Nomentana, il regolamento non è mai arrivato e quindi neanche i finanziamenti.Luca Bianchi, coordinatore del settore culturale dell'Istituto: "Abbiamo una grande crisi di liquidità, sono tre mesi che non prendiamo lo stipendio, e quindi chiediamo un finanziamento ponte in attesa del regolamento attuativo".A rischio ci sono 22 lavoratori coordinati continuativi, di cui 8 loro stessi sordi; e i servizi che forniscono a migliaia di utenti sul territorio nazionale, dagli sportelli per bambini e adulti sordi, ai corsi di lingua dei segni per i docenti delle scuole pubblichePer l'istituto, che dipende dal ministero della pubblica istruzione, si era parlato di un emendamento nella manovra correttiva, che non è passato, e per ora altre soluzioni non se ne vedono. Silvia Simoncini di Nidil Cgil, il sindacato dei lavoratori atipici: "L'utenza è molto grande anche perché l'istituto per Sordi di Roma è l'unico istituto pubblico che rimasto in Italia, prima ce ne erano a Milano e Palermo. Sicuramente c'è stata una disattenzione lunga vent'anni, che è proprio l'assenza di questo regolamento governativo che dovrebbe finalmente dare un ruolo a questo istituto e che consentirebbe anche di utilizzare l'ultimo decreto Madia quindi quello che prevede forme di stabilizzazione all'interno della pubblica amministrazione perché al momento loro neanche questa strada possono percorrere non essendo un istituto normato dalla nostra pubblica amministrazione".Fra legge Bassanini, decreto Madia e intrichi burocratici, vale la pena ricordare che i sordi in Italia sono oltre 850mila, di cui oltre ventimila sono nati sordi profondi."Al palazzo" chiude Bianchi, "chiederei di avere un po' di attenzione, un po' di rispetto per questa istituzione, che è l'unica istituzione dello Stato che si occupa di sordità, e quindi è un bene comune."