Cronache

La nuova vita di Totò Cuffaro, da politico a produttore di vini

 

Milano, 8 apr. (askanews) - Dalla politica all'attività di viticoltore, passando per la detenzione a RebibbiaÈ la parabola inversa di Totò Cuffaro, governatore della Siciliadal 2001 al 2008, finito in carcere nel 2011 per favoreggiamento mafioso e rivelazione del segreto istruttorio. Condannato a 7 anni in via definitiva, è uscito di prigione in anticipo nel 2015; da allora è diventato un imprenditore vitivinicolo con l'azienda "Tenuta Cuffaro", con la quale è presente al Vinitaly di Verona."Dopo 5 anni di sofferenze in carcere - ha detto - anni difficili ma non sterili perché l'esperienza mi ha arricchito umanamente, ho deciso di ricominciare una nuova vita con una nuova passione, dopo la politica, l'agricoltura e soprattutto la viticoltura e i vini. Il mio tempo lo dedico soprattutto in mezzo alle vigne, a veder crescere l'uva, a selezionare gli acini dentro la cantina, a tentare di fare un buon vino assieme al mio enologo, Donato Lanati, e tutto quel che posso come passione lo inserisco in un contesto in cui il vino faccia parlare il territorio, lo racconti. E raccontando la storia della mia terra m'illudo di essere ancora utile alla Sicilia".La tenuta di Totò Cuffaro si trova nel Catanese. Si estende in totale per circa 70 ettari ai margini di un bosco secolare che accoglie anche coltivazioni di ulivi, mandorle, pistacchi e, soprattutto, fichi d'india."Io sono in un'area della Sicilia, vicino Piazza Armerina, dove c'è la Dop dei fichi d'india - ha spiegato - quindi ne produco molti che esporto in Italia e all'estero. Poi produco del vino, ho 24 ettari di vigneto, poi ci sono 7 ettari di uliveto con una nocellara dell'Etna che è una Dop e poi faccio, soprattutto, gli aromi di Sicilia: origano, timo, salvia, rosmarino, basilico, tutto quello che esprime il profumo di una terra che ho sempre amato e continuo ad amare e che dà i profumi alle vigne dando ai vini quei profumi particolari e intensi che poi troviamo nelle bottiglie".Una "seconda vita", ha spiegato l'ex politico siciliano, che nasce non solo dalla passione ma anche dalla necessità di riciclarsi, dopo la disavventura giudiziaria."Non avendo null'altro su cui puntare dal punto di vista economico - ha concluso Cuffaro - traggo dall'agricoltura la possibilità di fare il reddito che serve per sostenere me e la mia famiglia. Ma la cosa più importante è che in mezzo ai campi io ritrovo la libertà che mi è mancata per tanti anni per averla perduta e spero, vivendola intensamente, di recuperarne una parte".