Cronache

Liberi dai pesticidi, l'Italia comincia dai Comuni

 

Roma, 12 giu. (askanews) - Vallarsa, dove chi non coltiva bio deve attivare una polizza assicurativa per il risarcimento di spese e danni prodotti dall'inquinamento causato dalla sua attività. Belluno che si è ritrovata nell'area di produzione del prosecco e nel grande abuso di pesticidi. Carmignano, che dopo il divieto d'uso del glifosato su tutto il territorio comunale e l'approvazione del regolamento che vieta pesticidi sul verde urbano, punta a diventare 100% bio entro la fine del prossimo anno. E ancora Melpignano, dove il Comune concede terreni ai giovani e ai disoccupati a patto che coltivino biologico, e piantino almeno una specie tradizionale. Infine, Tollo, dove i coltivatori bio danneggiati dalla dispersione accidentale di pesticidi da campi vicini hanno diritto a un indennizzo.Sono solo cinque dei quasi 70 comuni italiani che hanno regolamentato l'uso dei pesticidi: una lista parziale destinata ad allungarsi.Di questo si è parlato nel convegno "Liberi dai pesticidi: l'Italia comincia dai Comuni" organizzato da Cambia la Terra, la campagna voluta da FederBio con Legambiente, Lipu, Isde - Medici per l'Ambiente e WWF. Un incontro tenuto proprio proprio in coincidenza con una delle tappe per la realizzazione del prossimo Piano di Azione per l'uso sostenibile dei pesticidi (Pan), alla revisione presso i ministeri competenti, prima di essere avviato alla consultazione pubblica.Distanze di sicurezza per l'uso dei pesticidi, informazione ai cittadini, sostegno al biologico in città e sui campi: Maria Grazia Mammuccini, portavoce di Cambia la Terra, ha spiegato le priorità del nuovo Piano d'azione nazionale."Il piano d'azione nazionale per la riduzione dell'uso dei pesticidi dovrebbe utilizzare l'esperienza di questi Comuni per individuare degli obiettivi molto chiari in termini di aumento delle superfici coltivabili ad agricoltura biolgica fino a raggiungere il 40% da qui al 2030, convertire interamente al biologico le aree Natura 2000 e quelle protette e istituire delle distanze di sicurezza per proteggere la popolazione e per difendere le coltivazioni biologiche dalle contaminazioni accidentali".Il sindaco del comune trentino di Vallarsa, Massimo Plazzer, ha spiegato le misure adottate sul suo territorio."Abbiamo fatto, nel 2014, questo regolamento con cui permettiamo solo l'agricoltura biologica. O meglio, è permessa qualsiasi tipo di agricoltura, ma ci non fa agricoltura biologica deve tutelare la comunità per i danni possibili che potrebbero manifestarsi nel futuro. Per questo chiediamo un'assicurazione per ogni ettaro di coltivazione, per ogni mese in cui viene fatta la coltivazione tradizionale".