Milano, 5 lug. (askanews) - "Dalle 5 del mattino in poi, fino a mezzogiorno, la barca ha cominciato ad affondare, entrava l'acqua. Qualcuno è caduto in in mare, eravamo tutti terrorizzati. Sono caduti in acqua e lì sono rimasti".Comincia così il racconto di Souleyman Coulibaly, ragazzo del Mali sopravvissuto insieme ad altri 3 al naufragio di una imbarcazione al largo della Tunisia mentre cercavano di raggiungere l'Italia. Tutti gli altri, oltre 80 persone, sono scomparsi, inghiottiti dal mare.C'erano persona dalla Guinea, dalla Costa d'Avorio, dal Mali, del Burkina Faso. 4 donne, una incinta, una con un bambino. Sono tutte rimaste nell'acqua". "Si era versata della benzina - ha spiegato - stava per bruciare le persone, per bruciare le loro gambe, per bruciarli tutti. Quindi abbiamo cominciato a buttarci in acqua".Nessuno li ha soccorsi. "Abbiamo chiamato gli europei per venirci a prendere nell'acqua il nostro battello stava affondando, ma non hanno risposto al telefono". "I 4 sopravvissuti si sono salvati aggrappandosi ai resti del barcone. Non abbiamo visto nessuna barca, eravamo in acque internazionali" "Siamo stati giorni così, sul legno, le onde stavano per prenderci, siamo stati giorni senza mangiare e bere, alla deriva, fra la Libia e la Tunisia"A salvarli un barca di pescatori tunisini.