Culture

Arte Povera e altre passioni: "Switch On 3" in Galleria Fumagalli

 

Milano (askanews) - Accendere la luce sul modo in cui una galleria guarda al panorama dell'arte e alla propria stessa storia, ripercorrendo le relazioni, i progetti e gli incontri che, nel corso degli anni, la hanno definita. La Galleria Fumagalli di Milano presenta la mostra collettiva "Switch On 3", con opere dagli anni Settanta a oggi, che è al tempo stesso una selezione di amori della gallerista Annamaria Maggi e una riflessione su come si possa innescare il movimento verso nuove dimensione di realtà - e le relazioni che ciò implica."E' un po' la somma di tutto il lavoro fatto - ci ha spiegato la gallerista - delle tante mostre fatte, dei tanti libri fatti ed è appunto una raccolta degli artisti con cui abbiamo lavorato e soprattutto degli artisti con cui abbiamo avuto un rapporto diretto, di frequentazione, di conoscenza, di progettazione delle mostre".Così nell'open space milanese ci si imbatte nel dialogo simil domestico tra un lavoro di Tony Cragg con il cristallo e un classico Kounellis, che visto a pochi giorni dalla morte dell'artista greco ci ricorda la forza della sua lezione singolare. Ma funzionano molto anche le pagine di Hanne Darboven e il divertente "Lamp Dog" di Dennis Oppenheim. Senza dimenticare Giovanni Anselmo e quell'atteggiamento posturale che l'Arte Povera ha inventato, che arriva fino ai lavori di un'artista più giovane come Chiara Lecca."La componente poverista - ha aggiunto Annamaria Maggi - è stata importantissima, fondamentale e molto significativa. I giovani artisti hanno preso molto spunto dalla lezione poverista: Kounellis, Zorio, Paolini, Anselmo, Merz... Hanno dato una grandissima lezione, sono stati l'ultimo movimento d'avanguardia italiano e internazionale, e i giovani veramente attingono da questi grandi maestri".Maestri che, a fronte anche delle ricerche che la Galleria Fumagalli porta avanti sul contemporaneo, sembrano essere in qualche modo dei numi tutelari, garanti di un inevitabile scarto in avanti che chi si occupa dell'arte del presente è chiamato ogni giorno a cercare di trovare e raccontare.