Culture

Biennale architettura, il bosco e il sacro: il progetto Vaticano

 

Venezia (askanews) - Dieci cappelle realizzate da altrettanti architetti nel labirinto del bosco dell'isola veneziana di San Giorgio: per la sua prima partecipazione alla Biennale di architettura il Vaticano ha scelto una location molto particolare e ha chiamato una serie di architetti, tra cui alcuni "mostri sacri" (è proprio il caso di dire) come Sir Norman Foster o Eduardo Souto de Moura. Il titolo scelto per l'esposizione, significativamente contigua alla magnifica Ultima Cena del Tintoretto conservata nella chiesa di San Giorgio, è "Vatican Chapels" e, oltre alle cappelle, si compone anche di un padiglione espositivo vero e proprio, dedicato alla "cappella nel bosco" di Gunnar Asplund del 1920, realizzato da Francesco Magnani e Tradur Pelzel."L'idea particolarmente originale del padiglione - ha spiegato Magnani - è quella di presentare delle opere costruite e quindi in qualche modo sottende anche il messaggio di una mostra non convenzionale"."Il nostro - ha aggiunto Pelzel - è l'unico edificio laico di tutta la mostra, essendo un padiglione espositivo, ma credo che la mostra dimostri che c'è una grandissima varietà e una grandissima possibilità espressiva su questo tema".Interessante anche la collocazione in un certo senso "astratta" delle cappelle, realizzate con la natura come unico contesto e senza altri punti di riferimento. Forse qui, oltre che una riflessione ulteriore sull'essenza ultima del sacro, si trova anche il più forte punto di dialogo con il mondo dell'arte, che è uno degli obiettivi dichiarati del progetto della Santa Sede, divenuta negli ultimi anni molto attiva in Biennale.