Culture

Camilleri incanta Siracusa: "Sento vicino a me l'eternità"

 

Roma, (askanews) - Oltre sei minuti di applausi, un'ora e mezza di monologo trasmesso in modo lucido e brillante. La 'prima' di Andrea Camilleri a teatro, come attore, arriva alla soglia dei 93 anni che il papà di Montalbano compirà a settembre. E suona quasi come un lascito, un sorta di testamento spirituale. Il maestro ha scelto la sua Sicilia, lo scenario emozionante del Teatro Greco di Siracusa, per incantare cinquemila persone.La coppola, gli occhiali scuri, una lampada accesa e la sedia nel centro della scena. Una conversazione su Tiresia, il profeta che compare in Esiodo, nell'Odissea, nell'Edipo Re e nelle Metamorfosi di Ovidio. Cieco come lo stesso Camilleri, che intreccia la sua vita personale al mito. Le infinite manipolazioni subite da Tiresia, attraverso epoche e generi, costituiscono per Camilleri uno specchio in cui riflettersi e attraverso cui rileggere il senso ultimo dell'invenzione letteraria. L'indovino diventa un pretesto per investigare la cecità e la vocazione a raccontare storie, protagonista di una conversazione solitaria in cui Camilleri medita ad alta voce sul suo viaggio nella vita e nella Storia.E al termine, il commovente saluto: "Vi chiederete perché io sono venuto davanti a voi a parlarvi di Tiresia? A settembre compirò 93 anni, e sono tanti, tantissimi. Una vita di teatro, di TV, di radio; ho scritto più di cento romanzi, un mio personaggio, Montalbano, percorre felicemente il mondo. Poteva bastarmi, no? No, non mi bastava, perché diventato cieco mi é venuta una curiosità immensa di capire, no - é un verbo sbagliato - di intuire cosa sia l'eternità, quell'eternità che oramai sento così vicina a me. E allora ho pensato che venendo qui, in questo teatro, fra queste pietre, veramente eterne sarei riuscito ad averne almeno l'intuizione".