Culture

Dall'ecologia alla produzione industriale, il dilemma apparente

 

Milano (askanews) - Se nel pensiero contemporaneo all'uomo non è più dato il dominio assoluto sulla natura lo si deve al concetto di ecologia, che si è affermato a partire dal 1945. Ma al centro della contemporaneità c'è anche il mito del nuovo, dell'innovazione continua, che porta verso un consumo irreversibile dell'ambiente. È il dilemma del quale ha parlato lo scrittore Marco Belpoliti, insieme al giornalista Stefano Salis, in un dibattito promosso da Rimadesio, un marchio dell'arredamento che ha fatto della sostenibilità una delle componenti del proprio Dna, insieme a architettura, tecnologia e stile."La produzione - ha detto Belpoliti ad askanews - appartiene sicuramente alle istanze profonde degli esseri umani. Dalla selce fino al Lem e alle navi spaziali c'è una continuità come Kubrick ha fatto vedere molto bene in '2001 odissea nello spazio'. L'uomo non si può fermare, però c'è una responsabilità che è individuale, collettiva e sociale, di comportamenti che sono adeguati rispetto al risparmio dell'energia, alla non dissipazione, al non inquinare il mondo, al conservarlo usando la tecnologia stessa per fare tutto questo".E' la strada che cerca di percorrere la stessa Rimadesio, come evidenzia Fabrizio Gregori, contract manager dell'azienda brianzola. "La tecnolgia attuale ci constente di arrivare ai nostri obiettivi. Mi viene l'esempio delle vernici ad acqua per il vetro che abbiamo sviluppato negli ultimi sette-otto anni, primi in Europa. E' il pensiero che costa". Un impegno che si declina anche in investimenti nel fotovoltaico, in mobilità sostenibile e confezioni al 99% riciclabili.