Culture

Ecco "L'Angelo" di Sandrone Dazieri: metto in scena i miei dubbi

 

Milano, 5 dic. (askanews) - "Il privilegio del mio lavoro è quello di potere guardare la realtà e fare delle ipotesi e portarle all'attenzione degli altri e creare una discussione su questo".Parte da qui Sandrone Dazieri per raccontare il suo nuovo romanzo, "L'Angelo", che esce per Mondadori e riporta in vita la strana - e interessantissima - coppia di personaggi Colomba Caselli e Dante Torre, dopo "Uccidi il padre"."Dante e Colomba - ci ha spiegato lo scrittore - nascono come una coppia che doveva vivere entro tre romanzi. In questa trilogia in ogni capitolo ci sarà un'indagine, ma ci sarà anche una ricerca sul passato dei personaggi, e soprattutto sulla vera identità di Dante, che è il grande mistero che dovrebbe attraversare questa trilogia".In questo secondo capitolo la tenace vicequestore e l'ex bambino rapito sono alle prese con una misteriosa strage su un treno alta velocità, inizialmente, ma erroneamente, attribuita all'Isis. E quindi, ancora una volta, il romanziere Dazieri fa i conti con l'idea di "realtà", qualunque cosa questa magica parola significhi sul serio."Io metto sempre in scena i miei dubbi nei romanzi, faccio delle domande. Come dice sempre Dante: andate a cercare voi le vostre risposte, sempre, laddove vi danno una verità preconfezionata. La questione di Isis è molto semplice: quando ho cominciato a pensare a questa trilogia Isis non era così presente nella mia mente, ma ho capito che nel momento in cui ci sono stragi, attentati, omicidi, non puoi prescindere, questa è la nostra realtà".Dazieri, anche ne "L'Angelo", si interroga su cosa succede davvero, sulle informazioni che ci vengono date e su quelle che ci vengono nascoste. E lo fa ricorrendo anche a un nuovo, oscuro personaggio che arriva dalle ombre dell'epoca sovietica."L'Angelo, o Giltiné come si fa chiamare, questa donna misteriosa che agisce nell'ombra e uccide un sacco di persone, aveva due funzioni, la prima era raccontare un pezzo della nostra storia. E la seconda cosa è che volevo mettere Dante di fronte a un nemico simile a lui, solo che essere un personaggio come lui che ha scelto la 'via della luce', ha scelto il male".Il male che, ancora una volta, è uno dei protagonisti della scrittura di Sandrone Dazieri, che però, ci tiene a precisare, indaga le tenebre anche per produrre divertimento nel lettore, ben consapevole del ruolo di narratore, molto diverso da quello di un saggista e teso alla magia del racconto.