Culture

Ennio Calabria in mostra a Roma, pittore dell'uomo e del sentire

 

Roma, (askanews) - A sessant'anni esatti dalla sua prima personale (1958, Galleria La Feluca) a Roma e a poco più di 30 anni dalla sua ultima ampia antologica romana (Castel Sant'Angelo) 1987), una grande rassegna rende omaggio al pittore della figurazione visionaria ed esistenziale, Ennio Calabria a Palazzo Cipolla, dal 20 novembre al 27 gennaio."Siamo passati dal cogito ergo sum, quindi da un pensiero che per una sua libertà teoretica dà significato alla vita, siamo passati al sum, ergo cogito, cioè a dire 'il mio pensiero è derivato dalla mia vita' - ha spiegato l'artista, 81 anni - Prima c'era una continuità tra il già pensato e il pensante, il pensante continuava, anche se lo contestava il già pensato, però quello era l'orientamento, poi a un certo punto, questo processo di lineare si interrompe, perché l'unica cultura che si riconosce è quella che hai fisiologizzato. In poche parole i grandi tronchi della storia sono diventate le nostre gambe e da quel momento tu sei cultura, questo vuol dire sum ergo cogito".Circa 80 le opere, alcune realizzate per l'occasione, in mostra, che raccontano il lavoro di Calabria, pittore sociale e della storia, quadri che riescono a dare immagine al percorso di mutamento della nostra società e dell'uomo di oggi.Dalla tela "Imponderabile nel circo", esposta nel 1958, ai suoi più noti capolavori: "La città che scende" (1963), "I funerali di Togliatti" (1965), "Pantheon" (1978-79), "Il traghetto per Palermo" (1984). Particolare attenzione è stata data ai ritratti: da Stalin (1964) a "Mao Pianeta" (1968) e "Italo Calvino), nonché "Papa Ratzinger" e "Giovanni Paolo II" e i suoi autoritratti.La mostra è curata da Gabriele Simongini fortemente voluta da Emaneuele Emmanuele, presidente della fondazione Terzo Pilastro:"Ho voluto che questa mostra si facesse per consentire di mostrare a molte persone che in questi anni hanno ignorato questa meraviglia di creatività, il percorso di questo artista che ha traghettato il figurativismo italiano nel corso di questo lungo periodo nel nostro mondo e lo ha fatto con una coerenza e una capacità di visualizzazione degli eventi che pochi hanno fatto".