Culture

Festivaletteratura, l'anima di S.Pietroburgo secondo Jan Brokken

 

Mantova (askanews) - Si può fissare l'anima di una città? Forse si, in modo ovviamente provisorio, andando a cercare le storie che questa cela e la cultura che la ha animata in modo incessante. E' quanto accade nel libro dello scrittore e viaggiatore olandese Jan Brokken, "Bagliori a San Pietroburgo", che viene pubblicato in Italia da Iperborea. Abbiamo incontrato l'autore al Festivaletteratura di Mantova."Non avevo un progetto per questo libro - ci ha confessato - stavo camminando a San Pietroburgo e ricordavo la mia prima visita, nel 1975, 40 anni fa, e tutte le storie mi tornavano in mente e ogni sera prendevo appunti nel mio piccolo taccuino. E anche quando ho lasciato San Pietroburgo non avevo ancora deciso di scriverne un libro, ma quando sono tornato a casa mi sono reso conto che dovevo fare qualcosa con tutti quei ricordi".Ricordi che - come in uno specchio da Paese delle Meraviglie nel quale si poteva vedere riflessa l'immagine di Anna Achmatova o di Malevic, di Racmaninov o di Dostoevskij - riaffiorano nelle pagine di Brokken con una forma di necessità, scandita dallo stesso procedere della Storia (con la esse maiuscola) cui si affiancano le spesso turbolente vicende umane."La prima sera in cui ero a Leningrado - ha aggiunto Jan Brokken - vidi un omicidio, per strada. Ero lì da un'ora e già mi ero imbattuto in un omicidio... E' stata la mia prima impressione della città, c'erano storie ovunque".Lo scrittore le ha raccolte e messe insieme, queste storie, e ha creato un ritratto collettivo di San Pietroburgo, con i suoi tanti nomi e la sua costante vocazione d'avanguardia, che nei luoghi trova una sua forma di concretezza."Nell'Hotel d'Angleterre - ha raccontato lo scrittore - ero al terzo piano e due stanze accanto alla mia si era suicidato Esenin... La stanza non era cambiata e io ho potuto vedere esattamente dove il poeta si era ucciso".Se i luoghi sono anche momenti dello spirito, nello stesso modo "Bagliori a San Pietroburgo" è anche un oggetto letterario che parla, e molto del proprio autore."E' anche una sorta di autobiografia - ha concluso Brokken - nel senso che è un'autobiografia del mio leggere letteratura e poesia, del mio ascoltare musica... E' un libro molto personale".