Culture

Fondazione Furla e Museo del Novecento: la danza di Simone Forti

 

Milano (askanews) - Il Museo del Novecento di Milano ospita il progetto "Time after Time, Space after Space", prima edizione di Furla Series della Fondazione Furla, che sono state inaugurate, nella sala Fontana, dalla performance "To Play the Flute" dell'artista italoamericana Simone Forti, una delle grandi protagoniste della danza postmoderna, che ha inviato un messaggio di saluto."Vi parlo da lontano - ha detto l'artista nel video - perchè è diventato difficile per me fare lunghi viaggi. Sono felice che Claire Filmon sia lì con voi. Ho lavorato con lei moltissime volte nel corso degli anni e abbiamo collaborato insieme per numerose performance. Sarà lei a interpretare il mio assolo Sleepwalkers ed è stata lei a istruire i performer per gli altri lavori. Credo pertanto che la performance manterrà tutto lo spirito originale del lavoro, di cui Claire comprende molto bene sia l'estetica che la dinamica".A curare il primo appuntamento, insieme a Vincenzo De Bellis, è stata chiamata Bruna Roccasalva. "Questa è la prima edizione di Furla Series - ci ha detto - su cui da questo momento in poi si concentrerà il programma di Fondazione Furla e saranno ogni anno mostre o eventi dedicati ai più importanti artisti contemporanei e realizzati sempre in collaborazione con un'istituzione italiana".A mettere effettivamente in scena la performace, in programma per tre giorni, è stata Claire Filmon, storica collaboratrice di Forti, che così ci ha descritto il modo in cui si entra nel mondo della coreografa. "E' una sfida, perché lei non si occupa tanto della bellezza dei corpi, bensì del senso del movimento. E noi abbiamo dovuto trasformare il nostro modo di muoverci lavorando sull'idea di spazio, sull'idea di azione, sul pensare come fare un lavoro, non tanto su quello che le persone guardano effettivamente fare. Bisogna cambiare il nostro approccio e ricordare che per lei le arti visive sono importanti".Il primo capitolo delle Furla Series prosegue, in collaborazione con il Museo del Novecento, con giornate dedicate ad altri artisti importanti, come Adelita Husny-Bey o Christian Marclay.