Culture

Il libro: la famiglia di origine come ipoteca sulla felicità

 

Milano, 8 nov. (askanews) - La ricerca delle proprie origini e il bisogno di colmare una profonda mancanza che si allarga nel proprio animo: sono i desideri - e, nel contempo, le ossessioni - che agitano Lia, la co-protagonista dell'ultimo romanzo di Corrado Passi, "Los Angeles, paradise", in un tormento interiore che ha il suo epicentro nella famiglia di origine. "Questo libro è un romanzo sulla vita di una coppia, una coppia americana - racconta Corrado Passi - Ed ha da due limiti temporali: il 1965, anno in cui scoppia a Los Angeles la rivolta di Watts, combattuta per i diritti civili, e il 2001, l'anno dell'attacco alle torri gemelle. E' la vita di una coppia, lui italo americana lei, californiano lui. Lia donna che trascorre la propria infanzia Brooklyn e che poi si trasferisce in California e che non riesce dopo questo trasferimento a vivere in maniera serena il distacco della propria famiglia la morte dei genitori e la lontananza"."Los Angeles, paradise", edito da Emersioni, è il terzo romanzo di Passi. E per la terza volta l'autore preferisce svolgere la narrazione concentrandosi su un protagonista femminile. E per la terza volta, il paesaggio costituisce un elemento fondamentale del testo. "La donna è presente come protagonista in altri miei due romanzi perché credo abbia delle caratteristiche psicologiche molto più complesse e strutturate rispetto all'uomo; quindi rappresenta un oggetto narrativo che mi stimola: molto interessante - spiega Passi - Il paesaggio, poi, per me, come persona e non solo come autore, non è mai una quinta teatrale, non è mai uno sfondo statico. Il paesaggio per me è un mondo che noi quotidianamente attraversiamo si può trattare di un paesaggio urbano, di un passaggio naturale, ma diventa un protagonista: Los Angeles è un non luogo, è una dimensione metafisica ed è il palcoscenico perfetto, dinamico, per la vita di questa coppia un luogo dove sembra non accada mai nulla e che invece presenta stimoli, e elementi, scatenanti anche a livello psicologico e psicopatologico molto forti: relazioni a distanza, distanze infinite, e difficoltà nell'incontrarsi".Anche gli eventi storici che segnano lo sviluppo temprale del racconto, in questo come nei precedenti lavori, non sono solo elementi di scenario, ma veri e propri "attori" della vicenda. Rispetto ai precedenti romanzi, Passi però segna ora un cambiamento. "La rottura rispetto ai romanzi precedenti è nella volontà di analizzare degli aspetti umani apparentemente non eclatanti - spiega l'autore - Nel primo romanzo c'era la partita di un figlio, nel secondo c'erano gli anni di piombo italiani. Qui invece c'è una vita apparentemente perfetta, normale. Consuetudini quotidiane che tutti possiamo conoscere. Quindi la sfida è stata: presentare uno scenario narrativo nel quale tutti noi possiamo ritrovarci. E dopo gli eventi del dell'undici settembre, il contesto americano che diventa un contesto assolutamente globale, tutti ci siamo riconosciuti o in una sconfitta o comunque in un dramma che ci ha abbracciati". "E' un romanzo - conclude Passi - dal mio punto di vista innovativo perché ci sono varie fasi di lettura,vari strati,che vengono sfogliati man mano e che esprimono una realtà che oggi, oggi più che mai, appartiene al nostro vissuto quotidiano e cioè la solitudine".