Culture

Il moderno estremo e millenario: la lezione di Jannis Kounellis

 

Milano (askanews) - Si era sempre definito un pittore, ma fin dagli anni Sessanta i suoi lavori erano andati oltre. Jannis Kounellis, artista greco e romano d'adozione, è morto a 80 anni, lasciando però una grande eredità, simboleggiata soprattutto dalla sua pratica artistica, che ha assunto il mondo intero come cornice dell'opera, senza tralasciare la presenza di esseri viventi - pappagalli o cavalli che siano - né il ricorso ai codici del linguaggio, sotto forma di alfabeti o di pietre. In entrambi i casi il lavoro di Kounellis ha tracciato un solco nel quale si sono poi inserite molte altre esperienze contemporanee internazionali.Accanto a dipinti celebri, come il fiore conservato al Museo del Novecento di Milano, la più evidente firma di Kounellis sono le sue installazioni, divenute simbolo di quell'Arte Povera che Germano Celant ha immaginato in qualche modo intorno all'attitudine di fondo dell'artista greco, intorno a una postura divenuta paradigmatica, come ha mostrato anche la recente mostra antologica da Christian Stein a Pero."Bisogna sussurrare all'orecchio della gente il canto antico che spinge a riconoscere nel nuovo estremo l'ultimo tratto di un millenario accumulo" ha detto Kounellis. Probabilmente questo è il modo migliore per riassumere la sua lezione artistica, capace di restituirici una modernità che è, al tempo stesso, nostra e misteriosamente incomprensibile.