Culture

L'Adorazione dei pastori del Perugino al Diocesano di Milano

 

Milano (askanews) - Un importante dipinto della maturità del Perugino arriva al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia: si tratta di una Adorazione dei pastori alla quale il pittore umbro ha lavorato per oltre vent'anni e che porta in sé le tracce dell'evoluzione di colui che a lungo è stato l'artista più importante del proprio tempo. Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, ci ha presentato l'opera."Si tratta in realtà - ha detto ad askanews - di uno scomparto di quello che era un enorme polittico, un opistografo, cioè a due facce, che stava sull'altare della chiesa di Sant'Agostino a Perugia, quindi una macchina d'altare alla quale Perugino lavora per circa vent'anni. L'Adorazione dei pastori era lo scomparto centrale del lato posteriore, cioè il lato che guardavano i monaci, quindi la parte più intima, più raccolta, dove era più necessario avere un momento di riflessione sul tema del sacro".L'Adorazione dei pastori è stata quindi scelta come "Capolavoro per Milano 2017", ma l'intera operazione è stata resa possibile dalla collaborazione tra il museo milanese e la Galleria Nazionale dell'Umbria, diretta da Marco Pierini che ha sviluppato l'intero progetto scientifico insieme al Diocesano, cogliendo anche l'occasione per sottolineare la crisi che ha colpito il capoluogo umbro dopo il terremoto dell'ottobre 2016."Per noi questa è una vetrina importantissima - ci ha spiegato Pierini - perché Perugia viene da un anno disastroso che è la conseguenza di una cattiva comunicazione sul terremoto. Il terremoto a Perugia quasi non c'è stato, nessuno se ne è praticamente accorto, purtroppo se ne sono accorti molto a Norcia, che è in provincia di Perugia, ma a un'ora e venti minuti di macchina. Quindi il calo delle presenze in città che c'è stato nei sei mesi successivi è tutto dovuto a una comunicazione sbagliata".Interessante anche, in un Paese in cui il concetto di "fare sistema" comincia finalmente a prendere forme concrete, la relazione stabilita tra i due musei. "E' nato proprio un rapporto di collaborazione splendida - ha confermato Nadia Righi - sia dal punto di vista delle modalità di lavoro, sia nella comprensione dei reciproci intenti e della volontà di darci reciprocamente una mano e di venire incontro noi alle esigenze di una regione che dal punto di vista del turismo sta facendo fatica, e loro di aiutare noi a far riflettere il nostro pubblico".Il capolavoro del Perugino, artista che in qualche modo fece da apripista della grande stagione cinquecentesca della pittura italiana, resterà esposto al pubblico milanese fino al 28 gennaio 2018.