Culture

L'estate culturale milanese nel segno delle cancellature di Isgrò

 

Milano (askanews) - Tre sedi a Milano per un'unica mostra antologica dedicata al lavoro di Emilio Isgrò, da conoscere nelle sue molte sfaccettature, tutte però scaturite da una riflessione sullo stesso, fondamentale, concetto base della sua arte, quello del "segno"."Il segno - ha detto l'artista ad askanews - è un gesto che si congela, per essere scongelato quando serve per parlare nei nostri discorsi e nel mondo dell'arte, ma sostanzialmente è un gesto mentale, oltre che fisico".Celeberrime e ormai una specie di marchio di fabbrica, le cancellature che Isgrò da decenni pratica sui libri. "La stessa cancellatura - ha aggiunto - non è quel gesto distruttivo che molti hanno pensato, è un gesto che si fa segno per ricominciare a parlare tra gli uomini, dove parlare non è più possibile".La mostra milanese, curata da Marco Bazzini ha la sua sezione principale a Palazzo Reale e qui è possibile entrare anche dentro alcune installazioni che restituiscono una visione più completa del percorso di Isgrò, come nel caso della grande stanza dedicata a Chopin e alla sua battaglia contro il divismo, oppure della ricostruzione del ciclo "Guglielmo Tell", presentato alla Biennale del 1993, o ancora in quello della famosa opera "L'ora italiana".La seconda sezione della mostra è ospitata alle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo: nel caveau di Piazza Scala è esposto ("custodito" dicono dalla banca) il lavoro del 2016 "L'occhio di Alessandro Manzoni", una cancellazione non più di parole, bensì del ritratto dello scrittore fatto da Hayez. E proprio nella Casa del Manzoni si conclude il percorso espositivo con 25 cancellazioni dei Promessi sposi. Insomma, intorno al gesto che riduce e al tempo stesso amplifica il testo, Emilio Isgrò continua a ragionare, ben sapendo però, lui che rivendica tuttora all'artista un ruolo di oppositore di ogni forma di autoritarismo, che la coerenza è una cosa, la semplice ripetizione di un gesto un'altra. "Il rischio maggiore che cercherò di evitare nei prossimi anni - ha concluso la scrittore - è quello di diventare io stesso un luogo comune".La mostra a Palazzo Reale, alle Gallerie d'Italia e alla Casa del Manzoni resterà aperta al pubblico fino al 25 settembre prossimo.