Culture

L'intimità e la relazione: Adrian Paci a Sant'Eustorgio a Milano

 

Milano (askanews) - Un dialogo da cucina, scene comuni di vita, che però racchiudono storie, vissuti che generano intimità e relazione. Si tratta dell'opera "My song in your kitchen" di Adrian Paci, documento video su un movimento interiore che assomiglia molto a quello che tutto il lavoro dell'artista albanese induce nel suo pubblico. A maggior ragione in questa nuova mostra, "The Guardians", allestita nei Chiostri di Sant'Eustorgio a Milano."Dialogare con uno spazio come Sant'Eustorgio - ci ha detto Paci - è doppiamente importante, perché non abbiamo semplicemente spazi, ma abbiamo spazi simbolici, abbiamo spazi carichi di altri segni, di altri bagagli culturali e stilistici, abbiamo qui delle opere d'arte meravigliose. Perciò questo rapporto di dialogo, nel quale l'opera esce dalla sua identità isolata, qui si moltiplica".L'esposizione presenta diverse tipologie di lavori di Paci, dalla scultura al mosaico alla fotografia, ed è curata da Gabi Scardi. "La mostra - ci ha spiegato - si inserisce all'interno di un luogo che è connotatissimo e meraviglioso, quindi con tutta la delicatezza possibile, portando però degli stimoli e anche opere che si illuminano a loro volta di significati diversi in questo posto".Significati che ruotano spesso intorno al tema della storia e che trovano uno dei propri climax nel sotterraneo cimitero paleocristiano, dove è stata installata l'opera che dà il titolo alla mostra, un video nel quale si racconta di un altro cimitero cattolico, in Albania, dismesso durante il regime di cui poi si sono presi cura, pagati, dei ragazzini.Una storia che simbolicamente parla delle contraddizioni, ma anche della indubitabile energia, che ha attraversato l'Albania dopo la caduta della dittatura. E della voglia di libertà, nonostante tutto. "A me - ha concluso Adrian Paci - non interessa il monologo dell'artista, mi interessa quando l'opera entra in relazione, quando la nascita di un'opera diventa l'occasione per un dialogo che apre possibilità, non solo per il piacere del dialogo".Possibilità che nel complesso di Sant'Eustorgio prendono anche la forma del racconto per silenzi di Rasha, filmata solo mentre ascolta la traduzione delle proprie risposte, che dunque ricompongono, in un'altra lingua, la sua storia fuori di lei. Ma a narrarla poi sono le espressioni del viso della donna palestinese, tracce di qualcosa che, come le persone in attesa di un aereo che nessuno sa se partirà mai, si è comunque impresso in profondità, e che Adrian Paci prova a fare tornare in superficie.