Culture

L'Italia e il Romanticismo, grande mostra su due sedi a Milano

 

Milano (askanews) - L'ultimo bacio di Giulietta e Romeo e una giovane Italia che vuole affermare la propria libertà; la ricerca del sublime e i personaggi dei Promessi sposi; la Natura e la temperie politica. Alle Gallerie d'Italia e al museo Poldi Pezzoli di Milano va in scena il grande affresco del Romanticismo, in una mostra su due sedi che per la prima volta analizza in profondità il contributo italiano all'arte romantica."Il Romanticismo - ha spiegato ad askanews il curatore Fernando Mazzocca - è stato un fenomeno unitario, nel quale, anche se ogni artista si è manifestato con un suo stile, un sua peculiarità, c'è una sensibilità comune, E' questo ciò che penso colpirà il pubblico che, accanto ad artisti molto noti come Hayez e Vela scoprirà molti artisti dimenticati. E il nostro ruolo è quello di far vedere cose mai viste. E in mostra ci sono tantissimi inediti, tantissime scoperse, e credo che la mostra darà un contributo alla conoscenza e alla passione dell'arte veramente fondamentale, documentando come Milano in quegli anni sia stata la capitale d'Italia, non solo in letteratura e musica, ma anche nelle arti figurative".Duecento le opere in mostra, di cui 42 mai esposte prima, ma a colpire è soprattutto il parallelismo tra la storia raccontata e i luoghi che la raccontano, nel cuore di quella Milano che è stata la culla del Romanticismo italiano. Articolata in 21 sezioni, 16 alle Gallerie d'Italia di Piazza Scala e cinque al Poldi Pezzoli, "Romanticismo" rappresenta anche un invito a ripensare i luoghi della città, al di fuori degli spazi museali. Oltre che una conferma del ruolo che le Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo giocano nello scenario delle istituzioni italiane e internazionali."Intesa Sanpaolo e le Gallerie d'Italia - ci ha detto Michele Coppola, direttore Arte, Cultura e Beni storici del gruppo bancario - nascono per dare valore alle proprie collezioni, in una logica di condivisione e di apertura al pubblico della comunità nella quale sono presenti. E' evidente che questo dialogo non può prescindere dagli interlocutori che su quel territorio sono presenti. E penso anche a una serie concreta di musei e di istituzioni nazionali e internazionali con i quali ormai il rapporto non è un rapporto di prestito e di scambio di opere d'arte. E' un rapporto di costruzione congiunta, di co-produzione, di grandi contenuti. In sostanza è come se fosse un'azione congiunta di promozione dell'arte e della cultura e del bello che riguarda l'Italia".La mostra milanese, che guarda anche alle altre manifestazioni artistiche del periodo romantico, resta aperta al pubblico fino al 17 marzo 2019.