Culture

La crudeltà del racconto diventa arte: F Q da FuturDome a Milano

 

Milano, 23 gen. (askanews) - Ci sono luoghi in cui le cose d'arte contemporanea accadono con naturalezza, come se fossero parti di un paesaggio in continua e costante evoluzione. Uno di questi, a Milano, è Futurdome, lo spazio gestito da Ginevra Bria e Atto Belloli Ardessi, che ora presenta una mostra del duo F/Q, nata dal programma di residenza A-I-R e ispirata a un racconto dello scrittore Hervé Guibert, intitolato Les Chiens.A introdurci nello strano universo della mostra la voce di uno dei due artisti, a loro modo inafferrabili come immagine collettiva. "E' un racconto - ci hanno detto - che è stato scritto in Italia, all'isola d'Elba d'estate e parla di un rapporto a tre, con delle venature di crudeltà e di amore e mette in scena su più piani narrativi un racconto che parte da una storia vera, autobiografica di Guibert, che poi sconfina nella pornotopia".Nella storia i personaggi interagiscono tra loro soprattutto attraverso degli oggetti, e questi, spesso elementi di design anonimi, come uno specchio, una poltrona, delle forbici, sono i soggetti delle opere che ruotano intorno a "Les Chiens"."E poi abbiamo - hanno aggiunto da F/Q - rappresentato questi personaggi attraverso la fotografia, che sono degli archetipi, non hanno un nome nella storia e sono diventati delle rappresentazioni dei personaggi stessi. E poi abbiamo tradotto il testo, inedito in italiano, su un grande lenzuolo, che è un po' il protagonista del racconto e di questa installazione".Protagonista anche nel titolo della mostra, "Ho steso un lenzuolo per terra", anche se poi il lenzuolo nei fatti è sospeso sopra il pavimento, una sorta di grande pagina che il gioco metaletterario degli artisti scrive in modi nuovi, diversi, in un certo senso con una vocazione strutturalista minima, una definizione del campo di gioco che, però, e qui sta il bello, resta una definizione imprecisa, sfumata, inafferrabile. Così che la partita dello spettatore possa essere libera e, perché no, crudele come il racconto di Guibert.