Culture

La visionarietà e l'archetipo: la Triennale celebra Sant'Elia

 

Milano (askanews) - Cento anni fa, sui fronti della Prima guerra mondiale, moriva a 28 anni Antonio Sant'Elia, architetto visionario e futurista la cui lezione nel corso del tempo è diventata sempre più pervasiva e ha, in qualche modo, anticipato il futuro delle città. La Triennale di Milano gli dedica ora una mostra, curata, insieme a Maria Mimmo e Valentina Minosi, da Alessandra Coppa."Che cosa fa Sant'Elia: rispetto a Boccioni - ci ha spiegato -che era un suo grande amico e che lo introduce nel circolo dei futuristi e che pensa alla città che sale, lui pensa alla città che scende, quella delle infrastrutture, delle tubature, dei collegamenti elettrici, quella dei condotti, anche molto banali, dell'edilizia contemporanea. Forse questa è la sua forza: trovare nella città dele reti, dello scambio, quella che è, per esempio, la prefigurazione della città di Steven Holl che vedete in questa sala".In mostra molti dei disegni di Sant'Elia, alcuni vere e proprie icone dell'idea stessa di città, ma anche modellini dei suoi progetti realizzati con stampanti 3D. "C'è un progetto particolarmente interessante - ha aggiunto Coppa - che è quello della stazione intermodale, quindi non solo stazione ferroviaria, ma nel 1914 pensa a una stazione che possa accogliere dall'alto gli aerei, dal basso la metropolitana e il livello dei pedoni. Quindi l'interconnessione e la città dei flussi che porta appunto alla città del futuro".La forza del lavoro di Sant'Elia - cui un grande come Alessandro Mendini ha dedicato un'opera totem anch'essa esposta in mostra - sembra risiedere proprio nella sua capacità di avere creato un archetipo di città, più che un modello specifico e determinato. "L'indeterminazione dei suoi disegni - ha concluso la curatrice - ha paradossalmente formato quel grado di non completezza che ha permesso di completare agli architetti contemporanei quella che è appunto la città futuribile".Dall'architettura futurista, quindi, al futuro vero e proprio. Un viaggio che si potrà ripercorrere in Triennale fino all'8 gennaio prossimo.