Culture

Mario Botta: il Fiore di Pietra, segno etico sul paesaggio

 

Lugano (askanews) - Un "Fiore di Pietra" come segno della presa di possesso dell'uomo sul paesaggio. E' l'edificio realizzato dall'architetto Mario Botta sulla cima del Monte Generoso. Si tratta di un centro turistico con ristorante panoramico, realizzato sul luogo dove sorgeva prima un albergo costruito nell'800, poi trasformato nel 1970 e dismesso infine nel 2010 per un cedimento del terreno.Dall'8 aprile 2017 il Fiore di Pietra - che si raggiunge con la Ferrovia del Monte Generoso, una delle prime strade ferrate a cremagliera - è aperto al pubblico, dopo meno di tre anni di lavori.E' un'opera imponente, voluta per essere un importante segnale di rilancio del turismo e dell'economia regionale e del Ticino. Ma nell'intento del suo progettista la struttura travalica la sua destinazione d'uso, e acquisisce un "valore" simbolico. E' un segno forte della presenza dell'uomo "sul confine" segnato dalla montagna: quello tra l'Europa e il Mediterraneo, tra la terra e il cielo."Il valore della conquista di una posizione strategica nel territorio. Questa è una montagna magica perché divide una condizione a Sud, dove si sente la Pianura Padana dove c'è Milano e si sente in lontananza la presenza del mare, e dall'altra parte si sente l'Europa - dice Botta - Ecco noi siamo su questo crinale che divide due culture. Da questo punto di vista è la presa di possesso, la presa di una condizione particolare: di limite fra due mondi diversi".La struttura è massiccia, a pianta ottagonale, in calcestruzzo armato rivestito da una muratura. Le torri sono articolate fra di loro con grandi aperture vetrate, che permettono una visuale a 360 gradi. Un intervento maestoso, insomma, che potrebbe anche essere letto come peccato di superbia. "E' difficile dire che l'architettura è fuori scala rispetto alla natura. Se io guardo la dimensione spaziale di questo crinale, le rocce che scendono tre-quattro-cinquecento metri prima di arrivare al piano mi sembra di aver fatto una cosa con la misura giusta, senza strafare - risponde l'architetto - E in questo caso fra l'altro questo edificio al confronto con il vecchio albergo è più basso di quasi due piani rispetto alla costruzione della fine dell'800. Quindi non credo che possa avere ragione di esistere una critica come quella che ha detto".Effettivamente, vista nel suo contesto naturale, il Fiore di Pietra non impatta sulle prospettive dei panorami, contrariamente da quanto appare nelle immagini fotografiche.In ogni caso Botta ha voluto ribadire con forza anche anche nel corso della presentazione dell'opera, la necessità, anzi l'obbligo etico, da parte dell'architetto, e dell'uomo, di lasciare un proprio segno sul paesaggio.Ovviamente un segno positivo, e che invita a leggere dalla giusta prospettiva."Credo che sia un compito etico: non si può abbandonare questa lotta per avere una vita migliore, una qualità dello spazio migliore rifugiandosi solo o nella nostalgia del passato o nell'abbandono. E dire la natura fa il suo corso. No! La natura non fa il suo corso: l'architettura è una attività che trasforma la natura in cultura. E da questo punto di vista la scommessa su questa sommità è ancora più evidente, ma anche più forte - conclude Botta - Credo che sia giusto che anche l'architettura e anche i costruttori si facciano carico di questo: non si può rinviare continuamente a altri operatori il fatto di cercare uno spazio di vita migliore".luca.ferraiuolo@askanews.it