Culture

Milano, 2016 da record per l'arte: Boccioni, Parreno, Christo...

 

Milano (askanews) - Un anno di altissimo profilo, che ha rimesso definitivamente la città al centro dello scenario culturale internazionale. Il 2016 di Milano e della Lombardia a livello artistico è stato per molti versi memorabile, grazie anche a una virtuosa interazione tra il pubblico e il privato. Se infatti a Palazzo Reale, la sede istituzionale più importante, si sono viste mostre di valore, come quella dedicata a Umberto Boccioni nel centenario della sua morte, collegata con il Museo del Novecento, oppure, quella su Rubens e il suo rapporto fertile con l'Italia, cose strabilianti si sono viste anche in Pirelli HangarBicocca e in Fondazione Prada, solo per citare due casi. La mostra "Hypothesis" ha infatti portato in Hangar uno dei più significativi artisti di oggi, quel Philippe Parreno che ha costruito una macchina espositiva perfetta e straniante, in cui i singoli oggetti sono diventati un ensemble. "Tutte queste forme insieme - ci ha detto Parreno - producono un effetto di durata, lo spazio diventa tempo più spazio, crea una nuova funzione".La stessa rinnovata funzione che anche un altro artista centrale nello scenario del presente come Theaster Gates ha portato in Fondazione Prada, per esempio attraverso il suo negozio di ferramenta ricostruito, simbolo di ciò che sta scomparendo nelle città moderne. Il 2016, e il legame con l'idea stessa di ragionamento sull'urbanesimo è stringente, è stato anche l'anno della XXI Triennale internazionale, dedicata al "Design after Design". Ultimo grande evento gestito dal presidente della Triennale, Claudio De Albertis, scomparso il 2 dicembre lasciando un vuoto nel panorama culturale di Milano. "La creatività progettuale, da sempre - ci aveva detto in occasione della presentazione della XXI - è quella che ha saputo fare superare le grandi crisi che hanno attraversato il mondo nella sua storia, quindi io sono assolutamente convito che porre al centro la progettualità e il design voglia dire anche trovare soluzioni per superare questa crisi".Nel corso dell'anno, poi, è continuato il lavoro del direttore James Bradburne per rinnovare e rilanciare la Pinacoteca di Brera come elemento vivo e attivo nella città, e si sono viste altre mostre importanti, come "Doubt" di Carsten Holler nello spazio della Pirelli oppure la concettuale esposizione curata da Thomas Demand "L'image Volée" in quello di Prada, o ancora quella su Canaletto e Belotto alle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo.L'evento artistico che però ha richiamato più pubblico è avvenuto sul Lago d'Iseo, dove Christo ha realizzato le sue ormai leggendarie passerelle arancioni "The Floating Piers" che sono state percorse, nei 15 giorni di apertura al pubblico, da oltre 1,2 milioni di visitatori, di tutti i tipi. "Non è un dipinto, non è una scultura - aveva detto l'artista all'inaugurazione - E' un'opera d'arte che per poterla vedere devi metterci dentro il tuo corpo".Il viaggio dentro quest'anno di arte, ovviamente non esaustivo, finisce qui. Ed è giusto che a chiuderlo siano le parole di chi ha gestito da Palazzo Marino, questo significativo momento creativo di Milano, l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno. "Milano - ci ha detto - si è sempre di più aperta al mondo negli ultimi tempi e sempre di più si è fatta anche fertilizzare da influenze, idee, prospettive che vengono da tutto il pianeta. Credo che uno degli aspetti più evidenti della rinascita della città è anche la capacità di generare dibattito pubblico di alto livello dal punto di vista internazionale".Un dibattito che si alimenta anche del dinamismo di tante gallerie private, mai come in questi ultimi anni tornate anche a fare ricerca.