Culture

Oltre graffiti e stereotipi: al MUDEC per riguardare Basquiat

 

Milano (askanews) - Un artista oltre i graffiti, un pittore consapevole della storia - sua e dell'arte - e degli strumenti di cui disponeva. E' questo uno dei possibili ritratti di Jean-Michel Basquiat che emergono dalla mostra dedicata al suo lavoro al MUDEC di Milano. Attraverso 140 opere, divise per luoghi e tempi, il visitatore può guardare da vicino la linea e la gestione dello spazio di Basquiat, che appaiono, comunque si giudichi il suo lavoro, di notevole importanza. A curarla, insieme a Jeffrey Deitch, anche Gianni Mercurio:"Quello che emerge innanzitutto - ci ha detto - è questo talento enorme dovuto a un istinto della pittura".Un istinto che, però, complice anche l'indole curiosa di Basquiat, è stato sostenuto da una riflessione forte sul suo essere afroamericano, soprattutto in un mondo che lo applaudiva come artista, ma lo rifiutava per il colore della pelle."Rispetto a Picasso e ad altri artisti che si erano appropriati di un linguaggio primitivo, come diverse avanguardie - ha aggiunto Mercurio - ne denuncia un po' l'insufficienza storica, nel senso che questi artisti avevano semplicemente recuperato delle forme, quindi una pura estetica, esteriorità, superficie".L'attitudine di Basquiat, invece, è quella che lo porta a scavare più in profondità, usando la pittura per indagare in primo luogo se stesso in relazione alla società. E anche l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, ha puntato su questi aspetti presentando la mostra del MUDEC."Credo - ci ha detto - che i temi dell'opera di Basquiat e il modo in cui lui ha riflettutto sulla propria origine e la propria cittadinanza siano oggi di stringente attualità, soprattutto per una città come Milano".Ricordando la prima personale di Basquiat, realizzata a Modena nel 1981 da Emilio Mazzoli, il percorso espositivo mette in discussione le catalogazioni banali, riportando l'attenzione su un artista importante e complesso, che in qualche modo non ha mai smesso di cercare le proprie radici."Una frase sua celebre - ha concluso il curatore - era quella che diceva: io non ho bisogno di andare in Africa, l'Africa è dentro di me".La mostra del MUDEC, organizzata dal Comune di Milano con 24 ORE Cultura, rimane aperta al pubblico fino al 26 febbraio 2017.