Culture

Quando negli anni Settanta il tennis fece boom in Italia

 

Roma, (askanews) - Un libro dell'economista Lello Cirillo ("Quando il tennis fece boom. Diventammo ceto medio inseguendo una pallina", Absolutely Free Editore) ci racconta il boom del tennis in Italia negli anni Settanta, un fenomeno non solo sportivo ma economico e di costume. Un boom, spiega Cirillo, innescato dal '68, vero "anno spartiacque", che "aveva portato alla nascita di una nuova classe sociale: il ceto medio, il ceto popolare che aveva favorito il miracolo economico degli anni Sessanta, che chiedeva il proprio dividendo alla borghesia imprenditoriale, e lo ottenne; e percepiva di essere borghesia perchè usava gli stessi costumi e lo stesso modo di vivere della borghesia"."Il tennis - continua Cirillo - era uno sport per la scalata sociale. Era uno sport da ricchi, uno sport borghese, come lo sci". Ma, oltre al '68, determinanti per il boom di quel decennio furono anche i successi di Panatta al Foro Italico e al Roland Garros (1976), e la vittoria in Davis in quello stesso anno: "Panatta trascinò tutta la squadra italiana alla conquista della Coppa Davis. Gli altri componenti erano Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli. Adriano Panatta è stato in Italia il primo testimonial sportivo in caratura economica, nel senso che è stato utilizzato per vendere i prodotti che quello sviluppo, quel boom industriale metteva sul mercato. Panatta vendeva prodotti come il profumo, i jeans, prima non c'era stato un testimonial sportivo utilizzato dal marketing per la vendita e la promozione dei prodotti".