Culture

Quattro stanze per quattro artiste alla Fondazione Sandretto

 

Torino (askanews) - Quattro stanze, quattro donne, uno spazio che si moltiplica per allargare lo sguardo dello spettatore e offrire una sorta di fotografia, parziale ma ricca, dello scenario artistico contemporaneo, al femminile. Siamo nella Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, dove sono aperte al pubblico quattro diverse esposizioni dedicate rispettivamente a Lynette Yiadom-Boakye, Rachel Rose, Andra Ursuta e Monster Chetwynd. A curarle un'altra donna, Irene Calderoni."Sono quattro artiste contemporanee - ha spiegato ad askanews - che presentano nuovi progetti, opere in molti casi prodotte espressamente per questa occasione e sono quattro mondi artistici, poetici e linguistici molto differenti tra loro, sono diversi media, quindi andiamo dalla pittura alla videoinstallazione, alla performance. Quattro mondi creativi e provenienze molto diverse; sono tutte artiste donne e in questo senso ci piaceva usare la metafora e in questo senso ci piaceva usare la metafora e l'immagine proposta da Virginia Woolf, di una stanza tutta per sé. Quattro ambienti all'interno dei quali la creatività di ogni artista si può esprimere al meglio".L'idea della stanza risuona particolarmente bene negli spazi della Fondazione, un museo che continua a puntare sugli artisti giovani e che sperimenta, a tutto campo, un'idea dinamica sia di produzione sia di comunicazione. Con esiti ogni volta interessanti e realmente contemporanei."Ci sono in effetti anche dei temi che corrono lungo le stanze - ha aggiunto Irene Calderoni - uno di questi è sicuramente lo humor, e a volte lo humour nero. Anche un'atmosfera gotica che ritorna nelle varie stanze, dall'immaginario di Rachel Rose che racconta di una strega nell'Inghilterra del Seicento, a quello molto dark e tratti punk di Andra Ursuta, fino ai mostri molto giocosi di Monster Chetwynd".E in questa attenzione plurale alla creatività artistica trova spazio anche la pittura, un medium sulle cui capacità di rinnovamento dovremmo forse tutti riflettere più in profondità. Come dimostra il lavoro di Yiadom-Boakye, classico e attuale al tempo stesso.