Culture

Roy Lichtenstein al MUDEC, l'aura dell'arte riproducibile

 

Milano, 30 apr. (askanews) - La riproduzione meccanica come fonte di ispirazione, come strumento per creare arte. Le stampe di Roy Lichtenstein, uno dei grandissimi nomi della Pop Art americana, nascono da questa ricerca e da questa volontà. Il Museo delle Culture di Milano ne presenta una selezione molto ricca nella mostra "Roy Lichtenstein - Multiple Visions", che propone anche arazzi e sculture di grande fascino.E con il curatore Gianni Mercurio non si poteva non partire dal ragionamento sulla riproducibilità tecnica dell'opera d'arte e sull'aura che, secondo Walter Benjamin, i multipli avrebbero perso irrimediabilmente. Ma i lavori di Lichtenstein si comportano in maniera diversa e interessante."Quando lui fa Picasso e lo reinterpreta - ha detto Mercurio ad askanews - parte sempre da una copia perché la sua intenzione era proprio quella di spogliare l'oggetto quadro da qualsiasi implicazione emotiva. Lui prende una copia, ne fa a sua volta una riproduzione e la moltiplica. In questo senso porta alle estreme conseguenze la teoria di Benjamin e in fondo ricrea anche un'aura che non è quella dell'unicità, ma che è quella della gioia dell'occhio".Dopo qualche incertezza in alcune mostre del passato, questa volta convince anche l'allestimento del MUDEC, funzionale al racconto dell'esposizione e capace di dare risalto, oltre che la dovuta luce, alle opere, soprattutto quelle meno convenzionali, come le bandiere o anche di giocare con le ombre delle sculture, creando in un certo senso un ulteriore livello di multiplo. E a questo si aggiunge una ricerca proprio sul mezzo tecnico della stampa."La cosa particolare di Roy Licthenstein, che è stato secondo me l'interprete più sofisticato di questa attività di print-making - ha aggiunto Gianni Mercurio - è che ci fa vedere che la sua sperimentazione è costante, e significa utilizzazione di materiali diversi, combinazione di tecniche diverse... Infatti in alcuni lavori lui usa contemporaneamente l'incisione, la litografia e la serigrafia".Il risultato è intrigante, e ovviamente è pop come le celeberrime ragazze bionde dell'immaginario collettivo, ma è anche qualcosa di più, ossia un ampliamento della nostra stessa idea di cosa era la Pop Art e di come pensare il lavoro di Roy Lichtenstein, artista sofisticato e innovatore, al di là della semplice e ormai un po' sdrucita etichetta dei fumetti.