Culture

Una scala per il linguaggio: David Reimondo al Filodrammatici

 

Milano (askanews) - Il linguaggio, come metafora ma anche come oggetto fisico, scivola lungo la scala progettata dall'architetto Caccia Dominioni, scendendo sempre più in profondità sia nel cuore del Teatro Filodrammatici di Milano, sia nel mistero dei segni immaginati dall'artista David Reimondo. Stiamo osservando l'installazione "Linea Etimografica" e Paolo Giubileo, responsabile delle mostre nel teatro, ci accompagna alla scoperta dell'opera."Ci è subito sembrato interessante - ci ha detto - perché è un artista che da una decina di anni lavora sul linguaggio, inventando dei simboli ai quali associa dei fonemi, arrivando quindi a una sorta di nuova lingua inventata. La cosa ci è sembrata subito interessante, perché il teatro è corpo, ma linguaggio soprattutto".L'elemento testuale, che parte dall'idea del cervello come "muscolo del pensiero", avvolge la scala, ma, poco a poco, i segni conosciuti lasciano spazio a quelli sconosciuti, e allo spettatore, oltre che l'opera visiva, come è tipico dei lavori di Reimondo, arriva anche il suono della frase, ripetuta dalla voce di un attore. Così che chi scende la scalinata viene a trovarsi in una sorta di mondo a parte."Viene accompagnato da questa sorta di mantra che inizia con un linguaggio a noi conosciuto - ha aggiunto Giubileo - per poi perdersi in qualcosa di altro, un po' come, se vogliamo, quando uno spettatore entra a vedersi uno spettacolo, sa più o meno di cosa parla lo spettacolo, ma non sa fino alla fine dove poi condurranno le emozioni che si porterà poi a casa".L'installazione di Reimondo, curata da Gaspare Luigi Marcone, si muove su più livelli, a volte anche imprevedibili. "Questo è un simbolo che per David rappresenta il cervello - ha concluso Paolo Giubileo - ma se visto dall'alto assomiglia alla nostra scala".Sono i cortocircuiti dell'arte contemporanea, sempre più tesa all'ibridazione tra le pratiche, i luoghi e anche le percezioni.