Economia

Angelo Agnelli: dopo 110 anni di pentole vogliamo andare in Borsa

 

Milano, 21 ott. (askanews) - "La pentola, che è un articolo banale se visto da fuori, è un articolo molto importante nella cucina perchè attraverso la cottura in queste pentole vengono trasformate le nostre materie prime eccezionali".Angelo Agnelli, ceo dell'azienda bergamasca, leader nella produzione di pentole d'alluminio, sente addosso tutto il peso di questa responsabilità: essere sempre all'altezza della ristorazione italiana, anticipandone tempi ed esigenze. Insieme ai suoi due cugini, rappresenta la quarta generazione al timone di questo pezzo del made in Italy, che in 110 anni di storia ha esteso il proprio business all'intera filiera dell'alluminio. Sempre sotto la guida della famiglia:"Abbiamo avuto un grande nonno, nonno Angelo, di cui porto il nome, che ci ha insegnato a condividere le gioie e le problematiche. Sicuramente i passaggi generazionali non sono sempre facili e portano agli scontri ma quando servono a crescere e non per mantenere dogmi del passato si superano velocemente".Tradizione e innovazione sono i due ingranaggi che muovono l'azienda, che oggi gode di una posizione di leadership nel mercato nazionale: "Tutti gli anni cerchiamo di investire il più possibile in innovazione. Vista dal punto di vista didattico, cerchiamo di spiegare e di farci spiegare dagli chef come modificare i nostri articoli. Innovazione è sicuramente lavorare nella produzione, investire in macchinari nuovi e più performanti che permettano di lavorare più in sicurezza e più controlli sulla qualità del prodotto".Oggi la Pentole Agnelli, 20 milioni di fatturato e 50 dipendenti, è pressochè monopolista nel segmento professional in Italia, dove resta il grosso della loro produzione: "Il nostro fatturato facendo un prodotto tipicamente per la cucina italiana è ancora molto vincolato all'Italia: circa il 75% del prodotto viene venduto sul mercato nazionale il resto è frammentato in tutto il mondo".Le esportazioni invece seguono l'andamento di un turismo che richiama ricettività e ristorazione medio-alte: "I mercati emergenti di oggi sono quelli dove si sta sviluppando l'accoglienza alberghiera di un certo livello, parliamo di Cina e di Middle East laddove nascono e sorgono i grandi complessi di accoglienza legati alla ristorazione, questi sono mercati per noi molto importanti".Con queste prospettive di sviluppo, supportate anche da un 2017 che ha fatto registrare risultati positivi, l'azienda è pronta a compiere un salto importante: "Più diventi grande più fai fatica a gestire. La nostra azienda è fatta da me e mio Padre mio zio e i miei due cugini, in cinque si fa fatica a dirigere un gruppo industriale. Quello di cui si era parlato e a cui si sta lavorando è la quotazione in Borsa".