Economia

Cave e economia circolare: Trentino territorio virtuoso

 

Milano (askanews) - Sono oltre 4.700 le cave attive in Italia e 13.400 quelle dismesse, almeno considerando quelle nelle Regioni dove esiste un monitoraggio, ovvero: Friuli, Calabria e Lazio escluse.I dati emergono dal "Rapporto cave 2017" presentato da Legambiente. Uno studio, cominciato nel 2009, utile non solo per fotografare una realtà - tanto importante dal punto di vista economico, quanto critica e devastante dal punto di vista ambientale - ma anche per proseguire nella ricerca di strumenti e opportunità per avere delle attività estrattive, e da quel che resta dopo l'esaurimento degli scavi, un beneficio collettivo.In questa prospettiva, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, invita prima di tutto a seguire le buone prassi che, nella gestione del settore, sono state realizzate all'estero: "In altri paesi europei, per esempio, si riduce il ricorso alle escavazioni con un grande riutilizzo degli inerti, campo dove l'Italia è molto indietro - dice - E al tempo stesso ci sono Paesi che hanno canoni di concessione delle cave che limitano il fatto che nella concessione stessa ci siano abusi o rendite immotivate, per esempio in Inghilterra ci sono canoni di concessione pari al 20 per cento del materiale estratto, in alcune regioni italiane si arriva a canoni pari a zero".Ma esempi virtuosi di gestione delle cave, in un'ottica di economia circolare, ci sono anche in Italia. Il Trentino, unico territorio invitato da Legambiente a presentare la sua esperienza, viene indicato come punto di riferimento per la sua nuova legge in materia di attività estrattive. "Dobbiamo avere il coraggio di mettere in campo regole più serie e trasparenti a tutela della legalità, dell'interesse pubblico e capire che questi sono beni comuni per i quali è giusto che si dia spazio all'impresa e al profitto, ma con una forte attenzione ai sistemi di protezione del nostro patrimonio paesaggistico e di economia circolare - spiega Alessandro Olivi, vicepresidente della provincia autonoma di Trento - Ecco da questo punto di vista il Trentino con l'esperienza delle celle ipogee, con l'introduzione dell'obbligo della lavorazione al grezzo, con clausole sociali che tutelino in particolare il lavoro nei siti estrattivi, ha dimostrato di fare di questo settore un punto avanzato di innovazione economica e sociale e ambientale"."Da questo punto di vista mi pare, francamente, che come territorio, la Provincia di Trento abbia qualcosa da dire al Paese - conclude Realacci - E prendere degli esempi dalle migliori esperienze di questo territorio può aiutare l'Italia".luca.ferraiuolo@askanews.it