Economia

Cibo e sostenibilità, Barilla: serve cambio mentalità dal basso

 

Milano (askanews) - La sfida della sostenibilità è, insieme al tema dei cambiamenti climatici, cui peraltro è strettamente legata, la vera sfida del nostro tempo. Per quanto riguarda il settore alimentare il messaggio arriva chiarissimo anche dalla seconda giornata del Forum internazionale sull'Alimentazione e la Nutrizione, organizzato in Pirelli HangarBicocca a Milano dalla Fondazione Barilla. Un'occasione che Guido Barilla ha usato per lanciare con forza un appello a tutti i soggetti coinvolti. "Noi - ha detto ad askanews il presidente del Barilla Center for Food and Nutrition - abbiamo delle problematiche di fronte di straordinaria rilevanza, che se non vengono affrontate con uno straordinario senso di urgenza corrono il rischio di scappare di mano". Entrando nel merito delle questioni, al Forum è stato presentato anche il Food Sustainability Index 2018, che analizza le performance di 67 Paesi in materia di sostenibilità del loro sistema alimentare e reddito. Marta Antonelli, responsabile del Programma di ricerca di Fondazione Barilla: "Il cibo buono - ci ha spiegato - va al di là del gusto, è il cibo che fa bene alla salute, rispetta l'ambiente, soprattutto nell'uso delle risorse idriche, del consumo del suolo e relativamente alle emissioni di CO2". Un indice che sottolinea la situazione virtuosa, tra i Paesi più ricchi, della Francia, mentre l'Italia, che si colloca in una sorta di "seconda fascia", presenta una situazione bifronte. "L'Italia - ha aggiunto la ricercatrice - si contraddistingue per un sistema alimentare caratterizzato da alte sfide nutrizionali: siamo uno dei Paesi con la più alta aspettativa di vita al mondo, 83 anni, ma l'aspettativa di vita sana scende a 73 anni: grandi sono ancora i problemi legati al sovrappeso e all'obesità sia dei giovani sia degli adulti". Complessità, apparenti contraddizioni: tutto il Forum che si è tenuto all'ombra delle grandi Torri di Anselm Kiefer ha cercato di ribadire il valore dei ragionamenti complessi, unico strumento per poter avere piena consapevolezza delle scelte. "Vediamo veramente questa doppia sfida - ha concluso Marta Antonelli - la coesistenza da una parte della malnutrizione, nel 2017 gli affamati sono cresciuti a 821 milioni nel mondo, nello stesso tempo vediamo anche che quasi due miliardi di persone nel mondo sono sovrappeso o obesi, e questo riguarda soprattutto i Paesi del Nord del mondo, come l'Italia". Altro tema importante che è stato toccato è quello del ruolo delle città, sempre più catalizzatori di popolazione mondiale e quindi attori principali delle politiche di sostenibilità. Lo studio "Cibo e Città" ha documentato pratiche d'eccellenza, da New York a Tel Aviv, da Seul a Milano, dove si combatte una partita importante contro lo spreco alimentare. Su tutto però continua ad aleggiare il grande tema del nostro presente, ossia la necessità di agire subito per fermare la catastrofe sociale ed ecologica. Perchè la situazione, come ci ha detto anche uno studioso per certi versi radicale come Raj Patel, sta peggiorando ancora. "Negli ultimi due anni - ci ha spiegato - abbiamo visto un cambiamento, dopo decenni di progressi: ora ci sono molte più persone che patiscono la fame, ci sono livelli di estinzioni senza precedenti e catastrofici scenari legati al cambiamento climatico". In questo contesto, dunque, servono decisioni forti e, secondo Guido Barilla, queste scelte decisive possono venire solo dal basso. "C'è veramente bisogno - ha concluso - che la gente prenda coscienza e cominci a fare delle scelte. E le scelte della gente avranno un enorme impatto su quello che poi gli operatori saranno costretti a fare".