Economia

Confimi Industria: 'sì' al referendum per un Paese più moderno

 

Bologna (askanews) - Sì al referendum perché le imprese hanno bisogno di quelle certezze e della semplificazione che solo le riforme possono garantire. Confimi Industria, la confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana, ha ribadito il proprio sostegno alla riforma costituzionale del governo Renzi che dovrà passare al vaglio della consultazione popolare il 4 dicembre. Lo ha fatto in occasione della seconda tappa a Bologna dopo Roma di "Progetto Manifattura", attesa a Bergamo il 28 ottobre, poi in Veneto e al Sud. Paolo Agnelli, presidente nazionale di Confimi Industria: "Dobbiamo portare avanti il discorso degli interessi della manifattura, dell'industria italiana che spesso è messa in crisi da dichiarazioni gratuite e pertanto portare avanti il nostro pensiero con le nostre necessità e la nostra visione. La più impellente è quella del referendum".Secondo il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, questa è l'ultima occasione, che non può essere sprecata, non solo per le riforme, ma anche per apprezzare un certo di politica: "Una politica che sia anche più sobria, senza voler fare demagogia che possa riavvicinare i cittadini alle istituzioni che hanno visto avere a volte troppi privilegi".Da parte sua Confimi ha aperto un credito al governo e alla politica che rappresenta. Ma al tempo stesso insiste su una rivisitazione delle tasse dell'energia e un abbattimento dei costi del lavoro, per allinearsi agli altri Paesi europei. "Gli imprenditori hanno già fatto molto. Quelli che sono rimasti dopo la moria di 650 mila imprese, hanno lavorato parecchio, hanno investito i soldi di famiglia che avevano per arrivare fino a qui. A questo punto bisogna che qualcuno trovi un modo per agevolare lo sviluppo delle nostre imprese".