Economia

Della Vedova: Più Europa ambisce al voto dei liberaldemocratici

 

Roma, 15 mar. (askanews) - "Abbiamo concordato con Zingaretti che la cosa più sensata sia andare alle elezioni europee distinti, sia pure nell'alveo di un comune europeismo, perchè il Pd fa parte del Partito socialista europeo e noi siamo appena entrati nell'Alde, il partito dei liberali e democratici europei. C'è il rischio di non riuscire a raggiungere lo sbarramento del 4%? Rispondo che non c'è impresa senza rischio": così Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa illustra la decisione di presentarsi da soli alle elezioni del 26 maggio. "Il nostro perimetro elettorale è quello di un centro liberaldemocratico europeista e riformatore che ha l'ambizione di essere un'opzione elettorale anche per tanti liberali che in passato hanno votato Forza Italia ma che oggi quando vedono Tajani che strizza l'occhio alla destra parlando troppo bene di Mussolini e insegue Salvini possono decidere di non votare più Forza Italia che vuole andare con Salvini e preferiscono votare una forza nitidamente europeista. Stiamo costruendo una piattaforma per tutti i soggetti che si ritrovano nella liberaldemocrazia europea. Con Pizzarotti e Italia in Comune ci siamo confrontati e c'è una sostanziale convergenza; coi Verdi abbiamo posizioni diverse sulla Tav e sui grandi accordi commerciali come il Ceta col Canada. Noi siamo federalisti, vogliamo che l'Europa si rinnovi in senso democratico dotando di più poteri il Parlamento europeo, che è l'unico organo democratico che può affrontare temi come le politiche ambientali, l'immigrazione con una polizia di frontiera comune o il fisco per far pagare le tasse ai giganti del web. "Oppure si continua a fare come fa il governo che protesta contro l'Europa ma non fa nulla per migliorarla: Salvini non è mai andato alle riunioni dei ministri degli Interni europei dove si parlava di immigrazione". Per quel che riguarda l'accordo con la Cina e la Tav Della Vedova conclude: "La Cina per l'Italia è uno stroardinario partner commerciale e deve continuare ad esserlo. Il punto sul memorandum è che nessuno lo conosce, neanche in Europa. Non vorrei che il nostro governo, che è diviso anche su questo, cerchi di fare il più furbo, perchè con la Cina non funziona così. Abbiamo bisogno di una politica europea unitaria con la Cina per evitare di essere fagocitati dal gigante cinese. Sulla Tav la contraddizione è evidente: il governo vuole i soldi cinesi per rafforzare i porti, ma rifiuta i soldi europei per fare la Torino-Lione; vuole far arrivare le merci cinesi a Trieste, ma non vuole fare il tunnel per portarle in Francia e in Spagna".