Economia

Enel e Symbola, ecco i 100 campioni dell'economia circolare

 

Roma, (askanews) - L'economia circolare, ovvero del riuso è una delle sfide ambientali più promettenti per l'Italia. Un modello di sviluppo non più lineare, dove gli scarti di un'impresa diventano la materia prima di un'altra e che ormai è diffuso in tutti i settori produttivi. Per dare voce a questa Italia all'avanguardia, sostenibile e competitiva è nato lo studio "100 Italian circular economy stories" promosso da Enel e Fondazione Symbola, il terzo di questa proficua collaborazione, presentato a Roma dall'amministratore delegato e direttore generale di Enel, Francesco Starace, e dal presidente di Symbola,Ermete Realacci.Tra i grandi paesi europei, come certifica Eurostat, l'Italia è quello con la quota maggiore di materia circolare, la cosiddetta materia prima seconda, impiegata dal sistema produttivo: quasi un quinto del totale (18,5%), ben davanti alla Germania (10,7%) unico Paese più forte di noi nella manifattura. Francesco Starace: "Oggi l'Italia in questo campo si trova avanti, sia perchè le aziende italiane si sono mosse da tempo, e fa parte della nostra cultura il concetto del non buttare, di riutilizzare bene le cose, sia dal punto di vista normativo perchè il lavoro che èstato fatto dal Governo italiano lo pone in una situazione buona.Siamo avanti, che non significa aver vinto una gara ma partire bene. Quindi c'è un punto di eccellenza nel nostro paese, ed è la circolarità dell'economia, che è maggiore, più diversificata e più creativa di quanto si pensasse".E' l'Italia di imprese, centri di ricerca, enti non profit, con un profilo del made in Italy fatto di bellezza e qualità ma anche di innovazione e sostenibilità. Più allineato agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu. Che ha il merito di aver portato il Paese a primati europei percorrendo la via dell'economia circolare anticipando, a volte, norme che si muovono più lentamente della società e dell'economia. Sempre che non ci si dimentichi di applicarle o di adattarle ad una realtà economica così in movimento. Ermete Realacci:"Ci sono anche dei fronti critici, uno di questi è la burocrazia. Torna questo tema, cioè che anche quando le leggi ci sono queste non vengono applicate. Ad esempio ci sono leggi che favoriscono il green procurement, gli appalti verdi, che non vengono tradotte in pratica. Quindi, quando si tratta di riusare i materiali, come quelli dell'edilizia, o di altri settori, questo non viene fatto del tutto o almeno in maniera adeguata. E ci sono casi in cui esperienze all'avanguardia nel mondo si fermano per questi motivi".Nel rapporto cento esperienze per cento storie, tutte diverse etutte vincenti, senza connotazione geografica o settore esclusivo. Storie spesso semplici quanto innovative, una su tutte quella di Armadio Verde, che permette lo scambio di vestiti per bambini, con il cambio di taglia rimasti appunto inutilizzati negli armadi, e dall'8 marzo anche da donna. Economia circolare allo stato puro, con evidenti effetti anche secondari. Davide Erba, amministratore delegato di Armadio Verde:"Tutto ciò che noi riusciamo ad intercettare evitando che diventi un rifiuto, quindi uno scarto, contribuisce a limitare il consumo di acqua per la produzione di quel vestito. Effetti secondari a cascata ce ne sono, sulla produzione, che limitano quindi anche le emissioni, l'uso di pesticidi, su un materiale che è già stato confezionato e rimesso in circolo".