Economia

La "ricerca di sistema" per l'Europa dell'energia

 

Roma (askanews) - Per realizzare l'Europa dell'energia e raggiungere gli obbiettivi ambientali e di decarbonizzazione previsti dalla Conferenza sul clima di Parigi Cop21 del dicembre scorso è essenziale la "ricerca di sistema", cioè la ricerca affidata ad enti terzi e super partes rispetto alle singole tecnologie, alle singole fonti e alle singole imprese energetiche. E' la tesi di Stefano Besseghini, presidente e ad di Rse, il nostro ente pubblico di ricerca elettrica ed energetica, che ha organizzato per lunedì prossimo 29 febbraio al Museo della Scienza di Milano un convegno dal titolo " Il contributo di Rse alla strategia energetica europea". "Uno dei settori importanti dell'Europa che vogliamo costruire - dice Besseghini - è l'energia. E noi vogliamo dimostrare che la visione della ricerca di sistema è importante perchè mette al centro il sistema energetico nel suo complesso. bilanciando le diverse tecnologie. Per raggiungere l'Unione europea dell'energia e gli obbiettivi di decarbonizzazione previsti dalla Cop21 non abbiamo infatti a disposizione un'unica tecnologia, una "killing application", e dunque dobbiamo raggiungere un mix ottimale di tecnologie, il che è molto più complicato che realizzare un mix di fonti energetiche, perchè chiama in causa soggetti tra loro un po' antitetici, come le smart grid (reti intelligenti) e gli accumuli, la generazione da rinnovabili e la flessibilità dei sistemi convenzionali fossili, la possibilità di decarbonizzare i processi tradizionali e la spinta tecnologica per migliorare le rinnovabili. Il ruolo di Rse, che è un soggetto terzo e indipendente, in grado di astrarsi dai diversi interessi in gioco, si è dimostrato in molti casi utile ed efficace". La ricerca energetica è anche fonte di innovazione per le imprese. "Investiamo parecchio - aggiunge Besseghini - nella collaborazione costante con le imprese, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, per esempio sugli accumuli, sulla modellazione degli effetti della produzione di manicotti di ghiaccio sulle linee di alta tensione in caso di condizioni climatiche avverse, fino alla combinazionale tra la previsione meteorologica e gli accumuli, per programmare meglio e rendere meno aleatoria la produzione da energie rinnovabili"