Economia

Luca Barilla: non siamo contro grano italiano, ma conta qualità

 

Parma, (askanews) - La qualità del grano duro prima di tutto. È questo per Luca Barilla, vicepresidente dell'omonimo gruppo alimentare, il motivo per cui per produrre pasta sono costretti in parte a ricorrere all'estero. L'azienda leader del settore con 1 milione e 143mila tonnellate di pasta importa in media tra il 30 e il 40% di grano duro straniero, a seconda delle annate."Quando il grano duro italiano non raggiunge certi standard siamo costretti a comprare grano estero che abbia qualità superiore al nostro. Non c'è una politica denigratoria nei confronti del grano italiano, cosa di cui siamo stati spesso accusati, il fatto è che noi dobbiamo rispettare dei parametri qualitativi e a volte il grano duro italiano non ci garantisce questa qualità e dobbiamointegrarlo".Il vicepresidente del gruppo alimentare assicura che avvengono controlli su tutta la filiera: "Noi facciamo dei controlli serratissimi ed è uno dei motivi per cui la pasta Barilla costa un po di più. Questi costi sono dovuti ai controlli che facciamo lungo tutta la filiera dal momento de la coltivazione del grano, al raccolto, al trasporto, alla macinazione fino alla produzione: noi non possiamo permetterci di fare entrare nei nostri silos materia prima che non abbia superato i controlli più stretti per garantire che non ci siano sostanze nocive per la salute del consumatore".L'obiettivo, già annunciato dall'azienda, di produrre pasta con grano 100% italiano entro il 2020 è "fattibile ma solo per certe varietà" di grano, come quello prodotto nel tarantino: "Noi abbiamo selezionato una varietà di grano che si chiama 'aureo' che usiamo per produrre la pasta Voiello con grano al 100% fatto in Italia. Questa varietà ha qualità nutrizionali straordinarie ma non possiamo coltivarlo dappertutto perché non tutto il territorio italiano è adatto per questa semina". "Un giorno - conclude - potremmo anche riuscire a garantire una qualità costante nel tempo".