Economia

Metalmeccanici, "L'ultimo contratto" il libro di Di Mario

 

Roma, (askanews) - L'ultimo libro di Antonello Di Mario, Responsabile Ufficio stampa della Uilm racconta la trattativa che ha portato alla firma del rinnovo del contratto dei metalmeccanici siglato il 26 novembre del 2016. Con la prefazione di Roberta Pinotti, attuale ministro della Difesa, il libro si intitola "L'ultimo contratto". Lo stesso Di Mario spiega il perchè ha sentito la necessità di raccontare la storia di quella firma."E' stata una trattativa che ha impegnato la categoria, il mondo delle tute blu per oltre due anni, tra fase preparatoria, vertenza e fase conclusiva. Il 21 dicembre del 2016 i metalmeccanici confermano questa intesa contrattuale che riguarda più di un milione e mezzo di addetti e che giunge al termine di una trattativa lunga, intricata, difficile ma che ha un epilogo positivo. Il libro non racconta solo la trattativa, ma racconta anche gli ultimi due anni vissuti dal Paese che partono dall'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica e terminano con l'elezione di Paolo Gentiloni a capo del governo, in sostituzione del governo Renzi".Di Mario spiega quindi che il libro non parla solo del contratto dei metalmeccanici ma del cambiamento del Paese negli ultimi due anni a livello politico ed economico. "Il contratto dei metalmeccanici è una linea guida, è un contratto importante che riafferma la centralità del contratto nazionale ma che dà anche molto spazio al ruolo del welfare contrattuale, inteso come sanità integrativa e come previdenza integrativa che viene aumentata, intensificata, allargata e soprattutto c'è una novità: per la prima volta l'inflazione che riguarda i contratti non viene più calcolata ex ante ma ex post. L'altro elemento fondamentale - spiega Di Mario - è la formazione che diventa il diritto soggettivo del lavoratore, l'addetto al centro della fabbrica e al centro anche degli investimenti per la sua formazione. C'è un paralello in questo senso, la similitudine del contratto dei metalmeccanici dell'aprile 1973, lì venne fatto per la prima volta l'inquadramento professionale e il metalmeccanico veniva inquadrato come individuo , come persona su cui convergevano e si esprimevano diritti. Anche questo contratto, in modo molto più evoluto, rimette al centro il lavoratore e la sua fomazione, il suo diritto allo studio e a formarsi. In questo senso è un'innovazione importante, fortissima che rispecchia l'articolo 3 della Costituzione, nel senso che uguaglianza per il lavoratore significa un'uguaglianza che si raggiunge attraverso il lavoro e anche attraverso un contratto".Di Mario sottolinea poi che La particolarità di questo contratto è che dopo tanto tempo i sindacati si sono ritrovati uniti. "Questo è il contratto in cui la Fiom torna a sottoscrivere un'intesa insieme agli altri. Ho seguito i metalmeccanici dal 2001 e dal 2001 si sono registrati contratti senza la firma della Fiom. Nel 2001, nel 2003, poi un ritorno al farli insieme nel 2006 e nel 2008 e poi ancora senza la Fiom nel 2009 e nel 2012. La Fiom ritorna nell'alveo dell'intesa unitaria con Federmeccanica e Assistal e questa è sicuramente anche una novità. L'immagine anche stereotipata di Landini che era nelle piazze contro il sistema e politico, ritrova invece un'immagine insieme agli altri, un Landini che ritorna sindacalista e firma il contratto insieme agli altri insieme a Paolembella e a Bentivogli. Erano partiti divisi all'inizio, si sono ritrovati insieme all'epilogo contrattuale e questa è la novità: un contratto unitario con una forza politica enorme rispetto ai contratti precedenti".In questa fase, quindi, secondo Di Mario i sindacati hanno finalmente imboccato la strada dell'unità. "I sindacati hanno imboccato la strada dell'unità anche per una serie di esigenze di contesto e di sistema. Marciano uniti, ci sono ancora delle differenze dovute al pregresso ma vanno pian piano appianandosi. Scegliere anche la via della bilateralità per quanto riguarda la previdenza e il sistema sanitario, dal punto di vista dell'integrazione alla previdenza che già c'è anche quella sanitaria, significa che è una scelta importante, quasi partecipativa e anche nel rapporto con le aziende si è fatta questa scelta. Un sindacato moderno, un sindacato riformista difende il lavoro ma difende anche i posti dove il lavoro si esercita, cioè le stesse imprese. In questo c'è il valore più alto della partecipazione del riformismo sindacale".Parlando di welfare Di Mario ricorda infine che il problema è ancora quello di separare la previdenza dall'assistenza. "Il problema, in termini generali, per quanto riguarda la previdenza pubblica è ancora quello atavico, separare la previdenza dall'assistenza. Resta il fatto che nel settore privato, come quello dei metalmeccanici, la gamba ulteriore dell'assistenza previdenziale integrativa e dell'assistenza sanitaria integrativa aiutano sicuramente i lavoratori. Ma c'è di più, il welfare contrattuale soprattutto al primo livello porta lo Stato quasi a considerare che non bisogna gravare il lavoro e anche le imprese di troppe imposizioni fiscali, i flexible benefit che sono previsti in questo contratto con 100 euro nel 2017, 150 nel 2018, 200 nel 2019 sono esentasse, quasi quindi un significato, un'indicazione al governo di non gravare troppo nè sulle tasche dei lavoratori dal punto di vista fiscale, nè in quello delle imprese e a noi ci interessano i lavoratori che mandano avanti le industrie e nel caso specifico l'industria manifatturiera".