Economia

Nasce città della Salute Fondazione Giovanni Paolo II-Cardarelli

 

Campobasso, (askanews) - Dovrebbe essere la volta buona nell'avvio del percorso di integrazione di due realtà importanti in campo sanitario per Campobasso e la Regione Molise: la Fondazione di ricerca e cura Giovanni Paolo II e l'ospedale Cardarelli. Un "laboratorio" che punta a diventare il primo esempio al Centro Sud di collaborazione tra pubblico e privato convenzionato, si è spiegato ad un tavolo di lavoro, nel capoluogo molisano, cui hanno partecipato i vertici della Fondazione, il presidente Maurizio Guizzardi, e il direttore generale Mario Zappia e il presidente della Regione, Paolo Di Laura Frattura. Un progetto ambizioso e che guarda al paziente, ha affermato Guizzardi: "conviveremo sotto lo stesso tetto, nel senso che il fabbricato verrà condiviso, ciascuno manterrà la propria autonomia, la propria gestione e le proprie caratteristiche. Quello che mi auguro possa succedere è che intanto supereremo un po' di doppioni, un po' di duplicazioni di prestazioni e servizi che comportano costi per tutti. Potremo migliorare la qualità delle cure mettendo in atto dei percorsi diagnostico-teraupetici condivisi per tutte quelle patologie per le quali nessuna delle due è autosufficiente".Dopo una lunga fase di trattativa tra Fondazione e Regione, è stato definito un cammino che deve essere formalizzato e che prevede che il Cardarelli si trasferirà all'interno dell'ospedale cattolico che metterà a disposizione parte dei propri spazi inutilizzati. Un progetto che può partire anche per il fatto che la Regione ha definito, all'interno del proprio budget complessivo per la sanità, quante risorse sono destinate agli erogatori convenzionati e per quali prestazioni. Presentando il piano di sviluppo per il prossimo triennio della fondazione, il direttore generale Zappia ha sottolineato come le diverse azioni di risanamento finanziario messe in campo dalla fondazione ma pure la prospettiva pluriennale hanno consentito di prevedere anche degli investimenti tecnologici: "gli investimenti più importanti saranno nelle nostre due branche. La radioterapia quindi compreremo acceleratori di ultima generazione per poter dare al paziente ancor meno effetti collaterali e per quanto riguarda il cardiovascolare, dove ci sono una serie di metodiche innovative per la cura delle persone che consentono di curare anche novantenni e di non aprire più lo sterno ai pazienti ma con la cardiochirurgia mininvasiva faremo un investimento importante per quanto riguarda la sala ibrida che ci consente di poter operare il paziente spesso senza tagliare ma solo attraverso gli accessi attraverso le arterie quindi in condizioni ottimali anche per il post-operatorio. La parte pubblica, la regione che doveva investire tante decine di milioni di euro per adeguare il vecchio ospedale oggi potrà venire da noi senza dover fare investimenti se non il completamento di alcune parti".Il piano aspira a far assumere alla Fondazione il ruolo di hub oncologico e centro di riferimento cardiologico, con il potenziamento di alcuni dipartimenti tra cui quello oncologico, quello delle malattie cardiovascolari, la radiodiagnostica e il laboratorio analisi. Il piano operativo della regione è divenuto legge dello Stato, ha ricordato il governatore, e quindi indipendentemente da chi si troverà in futuro alla guida del Molise il progetto di integrazione ormai impegna tutti: "la Regione Molise è in piano di rientro dal 2007. Finalmente a partire dal primo gennaio 2017 un po' di luce si comincia a vedere e mi auguro che l'attuazione dell'integrazione tra le due strutture non solo come primo esempio di buona pratica ma soprattutto come esempio di qualità nell'offerta sanitaria possa diventare riferimento per il resto del paese".