Economia

Russia-Italia, a Pietroburgo il business guarda oltre le sanzioni

 

San Pietroburgo, (askanews) - E' stato il pragmatismo del business a dominare la sessione di dibattito bilaterale Russia-Italia al Forum economico di San Pietroburgo. L'Italia è stata penalizzata dalle sanzioni alla Russia nonostante le aziende italiane che fanno affari nel paese abbiamo retto il colpo. Per questo ora occorre che il governo italiano che sta nascendo abbia il coraggio di portare avanti uno dei punti qualificanti del programma: quello di battersi perchè siano tolte le sanzioni e comunque di votare contro. L'appello è arrivato dal presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico, il quale si è augurato che il governo voglia mettere come punto fondamentale il rifiuto delle sanzioni o comunque abbia il coraggio di votare contro in sede europea. "Sono convinto - ha detto - che l'Europa sia ben consapevole che senza la Russia non si possano risolvere i problemi più importanti di sicurezza che in questo momento ci sono sul tappeto. Con la Russia e con l'Unione economica Eurasiatica senza questa parte del mondo non si può pensare che avremo sviluppo economico e industriale nei prossimi anni". Al panel erano presenti i top manager di alcune delle maggiori aziende italiane storicamente in Russia: il numero uno di Generali, Philippe Donnet, Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont, Marco Alverà, ceo di Snam insieme a Vittorio Armani ad di Anas con il vice presidente di Rosneft, Pavel Fedorov.A condividere la visione di Fallico è stato l'ambasciatore italiano in Russia, Paquale Terracciano che, rivolto alla platea dove era seduta la sindaca di Torino, Chiara Appendino, esponente di punta del Movimento 5 Stelle, uno dei partiti di governo, ha ricordato come il momento sia determinante e l'Italia possa giocare un ruolo da traino nel rapporto tra Europa e Russia. "Vogliamo aumentare il dialogo con la Russia - ha spiegato - vogliamo vedere come studiare una riduzione magari graduale delle sanzioni a fronte di miglioramenti della crisi del Donbass. Abbiamo sempre espresso contrarietà al rinnovo automatico delle stesse". Tutte le aziende italiane sono pronte e puntano appena possibile a potenziare i loro rapporti con lo storico partner russo come ha sottolineato tra tutti il numero uno di Generali, Donnet: "Quindi noi ci siamo e vogliamo sicuramente sviluppare ulteriormente la nostra presenza in questo paese perchè noi crediamo nel futuro di questo paese".