Economia

Un Piano Marshall per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro

 

Roma, (askanews) - A 70 anni dall'attuazione del programma per la ripresa europea, sindacati, istituzioni e imprese si sono confrontate a Rimini, al Meeting di Comunione e liberazione, sulla necessità di uno sforzo straordinario per sostenere l'occupazione giovanile.Dario Odifreddi, presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri:"Dal Meeting parte la proposta di un grande Piano Marshall per i giovani del nostro Paese. Occorre un'operazione prima di tutto culturale che poi si sappia anche strumentare per aiutare i giovani del nostro Paese nel percorso educativo e soprattutto nell'inserimento lavorativo".Piazza dei Mestieri è un'esperienza nata nel 2004 a Torino e replicata nel 2012 a Catania. Grazie a cui oltre 1.500 adolescenti dai 14 ai 18 anni possono conseguire una qualifica e un diploma professionale e, durante gli studi, affacciarsi al mercato del lavoro. "Nasce per aiutare i giovani in difficoltà. Eravamo colpiti e feriti dal vedere tanti ragazzi di 14 anni che si perdevano per strada. Infatti soprattutto nei primi anni la stragrande maggioranza degli iscritti alla Piazza dei Mestieri era di ragazzi che avevano bisticciato con la scuola, che avevano avuto insuccessi scolastici. Questa iniziativa, diventando nota e funzionando perché inserisce veramente le persone nel mondo del lavoro, ha fatto sì che negli ultimi anni circa il 50% dei ragazzi che si iscrive alla Piazza del Mestieri lo scelga come prima scelta al termine della terza media".Nella Piazza dei Mestieri i giovani hanno la possibilità di muovere i primi passi in pub, ristoranti, laboratori per il pane, cioccolato, birra o in un salone di acconciature. Terminata l'esperienza riescono più facilmente a inserirsi sul mercato. Racconta Martina, di Torino."Ho frequentato per tre anni la Piazza dei Mestieri facendo un triennale. L'anno scorso ho preso la qualifica e adesso sono in un'altra scuola per prendere il diploma ma sempre nell'ambito della pasticceria e cucina". "Noi dobbiamo dare una priorità assoluta a questo tema perché ormai da troppi anni, come ci dicono tutti i dati, che alcuni tentativi come quello della Buona scuola o del Jobs act, sono insufficienti a rispondere alla grave situazione di non lavoro per i giovani del nostro Paese".