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Addio a Karl Lagerfeld, gran sacerdote di Fendi e Chanel

 

Roma, 19 feb. (askanews) - La moda senza di lui non sarà più la stessa: arbitro di eleganza, precursore di tendenze ha saputo rinnovare l'immagine della donna senza farle perdere stile.Occhiali neri e capelli bianchi, un look iconico quanto le sue creazioni. Karl Lagerfeld, il poeta della maison Chanel, se ne è andato a 85 anni dopo aver regnato imperiosamente, protagonista energico per mezzo secolo anche di casa Fendi. Artista del rinnovamento e delle location più stravaganti per le sue sfilate, ancora nel 2017 aveva fatto lievitare a dieci miliardi di dollari le vendite di Chanel.Era nato ad Amburgo e la sua educazione da stilista era iniziata negli anni Cinquanta a Parigi, a fianco di Yves Saint Laurent con cui divise il prestigioso premio Woolmark. Amicizia o rivalità che li accompagnò tutta la vita. Parlava quattro lingue, seppe fare scandalo negli anni Sessanta, sospinse Fendi nell'empireo dei grandi e dall'83 arrivò a salvare Chanel, rinnovando senza stravolgerle le borse imbottite e le linee tradizionali della casa parigina.Lungo la strada creò l'immagine della top model, da Claudia Schiffer a Linda Evengelista; disegnava per le donne grissino, rifiutò una collezione per H&M perché avrebbe dovuto includere le taglie 46 e 48: orrore.Solitario nella folla dei suoi favoriti, di se stesso disse "sono un bulimico culturale" ma anche "Sono la caricatura di me stesso, vivo su un set"."Non ho nulla di dire" rispose a chi lo scorso dicembre gli chiedeva se davvero stesse scrivendo le sue memorie. "Sto cercando di fare in modo di non essere ricordato".