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Affaire Benalla, la smentita: "non ero il gorilla di Macron"

 

Parigi, 19 set. (askanews) - Nuovi nubi si addensano su Alexandre Benalla. L'ex addetto alla sicurezza del presidente Emmanuel Macron è stato interrogato al Senato da una commissione d'inchiesta sull'aggressione che ha gettato scandalo sull'Eliseo.Benalla era finito sulle prime pagine in luglio, quando Le Monde rivelò che era lui l'uomo filmato mentre maltrattava un paio di dimostranti, alla sfilata del primo maggio. Benalla appariva con l'elmetto da poliziotto. Invece di essere licenziato ha subìto una reprimenda, indulgenza che ha fatto divampare polemiche sul suo rapporto con il presidente, tanto più che la sua presenza a fianco di Macron negli eventi ufficiali era una costante. Il presidente l'ha definita una tempesta in un bicchier d'acqua.Benalla afferma che in quella manifestazione era intervenuto per aiutare la polizia. Al Senato però ha dichiarato di non essere mai stato una guardia del corpo presidenziale, ruolo riservato ai membri d'elite della gendermeria: "Non ero la guardia del corpo di Emmanuel Macron, non sono mai stato guardia del corpo di Macron. C'erano due persone sempre in automobile con Macron incaricate di accompagnarlo ovunque anche dove non andavo, la sera, nei suoi appuntamenti. Io avevo invece un compito organizzativo di sicurezza generale".Benalla insomma ha negato di essere alle dipendenze dirette del ministero dell'Interno, e infatti i senatori hanno cercato soprattutto di capire se l'Eliseo, proteggendolo, abbia prevaricato le competenze del governo. L'affare si complica con il silenzio di Vincent Crase, capo della risorsa operativa della gendarmeria, che al Senato ha rifiutato di spiegare quale fosse davvero il ruolo di Alexandre Benalla: "Non conosco il suo contratto, non mi arrischio a dire cose approssimative".Per i senatori è un problema di equilibrio istituzionale, ma soprattutto dall'opposizione si attacca Macron, come il comunista Eric Boquet: "La mia impressione alla fine è che il signor Benalla abbia comunque avuto uno status privilegiato nella galassia macroniana".