Politica

Brexit, ormai è fatta. Ue addio, ma buongiorno Usa non è scontato

 

Bruxelles, 29 gen. (askanews) - Sembra che arrivi, e invece se ne sta andando. L'ambasciatore britannico presso il Consiglio dell'UE Tim Barrow arriva al Consiglio dell'Unione europea per depositare la ratifica dell'accordo di recesso, prima del voto dell'emiciclo. Insomma l'ultimo atto prima che la Brexit diventi realtà.Il voto del Parlamento europeo arriva due giorni prima della scadenza della Brexit venerdì, con il governo del primo ministro britannico Boris Johnson che ha approvato il disegno di legge la scorsa settimana.L'infinito psicodramma politico avrà quindi una conclusione. Per qualcuno è un suicidio economico. Per altri è il trionfo per il premier Johnson, vincitore alle urne il 12 dicembre, e dunque con in tasca il consenso degli elettori.Brexit sarà, seppur progressiva. Ma uscire per andare dove? Intanto nella Perfida Albione arriva Mike Pompeo che dovrebbe incontrare giovedì 30 gennaio Johnson, ansioso di presentare un fronte unificato, mentre osserva la prospettiva di un nuovo grande accordo commerciale con gli Stati Uniti, per colmare il vuoto lasciato dalla Ue.Ma gli incontri con il segretario di Stato americano, minacciano di diventare un esercizio di limitazione dei danni su una serie di questioni. Dalle divergenze sull'Iran, ai guai provocati dalle frequentazioni oltreoceano del principe Andrew, il fratello di Carlo. Dalle posizioni discordanti sul colosso cinese della tecnologia Huawei al trascinarsi della vicenda di omicidio che vedrebbe coinvolta la moglie di un diplomatico americano.Detta così non sembra l'alba di un successo. Al massimo, come si augurano i politologi britannici, si spera che non ci siano dichiarazioni precipitose dagli Stati Uniti che affermino che anche questa relazione, così speciale, è finita ed è arrivata all'uscita.